Come sempre lo stile di Simonetta Agnello Hornby è affascinate: crudo, diretto e senza fronzoli. Apprezzabili sono gli interventi del figlio George, che con il suo humor, riesce a parlare della sua malattia in maniera leggera, senza cadere nel banale. Molto bella la prima parte con la storia della famiglia siciliana dell'autrice.
Un racconto che si dipana dall'inconsueta famiglia siciliana fino ai più recenti viaggi con il figlio George e i nipoti, alla scoperta dei tesori del nostro patrimonio artistico e delle barriere architettoniche che ne limitano l'accesso.
Quando si nasce in una famiglia inconsueta come quella di Simonetta Agnello Hornby, sin da piccoli si cresce con la consapevolezza che si è "tutti normali, ma diversi, ognuno con le sue caratteristiche, talvolta un po' 'strane'". Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza della cugina Ninì, sordomuta ("Ninì non parla bene", si spiega agli estranei), dell'amata bambinaia ungherese Giuliana, un po' zoppa, del padre con una gamba malata, e della "pizzuta" prozia Rosina, cleptomane - quando l'argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché "la zia non deve sentirsi imbarazzata". E poi naturalmente conosciamo George, sia attraverso le parole di sua madre, sia grazie alla sua voce, che si alterna come un controcanto ironico (cento per cento british), ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli di chi si muove in carrozzina. E proprio come Simonetta con le storie di un tempo passato ci regala uno sguardo insolito e genuino sul mondo, così anche George, a cui quindici anni fa è stata diagnosticata la sclerosi multipla, ci consegna un punto di vista diverso da cui osservare le città che abitiamo, le persone che ci circondano e noi stessi.
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Anno edizione:2017
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Salvatore89 14 agosto 2022NESSUNO PUO' VOLARE
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Questo libro è autobiografico. Ho trovato particolarmente toccante la scoperta dell’autrice della malattia del figlio affetto da sclerosi multipla. Il volo di un piccione riporta la scrittrice alla realtà: nessun essere umano può volare come suo figlio non potrà mai più camminare. Ho trovato profonda l’accettazione della malattia del figlio che comunque affronta la vita con coraggio e il fatto che la disabilità viene guardata con rispetto in questo libro. Il libro è ben scritto, si legge velocemente, fa riflettere molto.
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Che dire di questo libro? Particolare. Simonetta richiama diversi personaggi che hanno popolato la sua infanzia, fra domestici e parenti, specie a Mosè e ci fornisce dei dettagli che ci erano ovviamente sfuggiti: erano disabili. E poi sia lei che suo figlio a turno raccontano com'è essere disabili e vivere con un familiare disabile. Come il mondo ti vede, come tu ti vedi e quali possibilità ti si precludono mentre altre ti si aprono. Un libro importante e consigliato.
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