La morte si respira nelle pagine assieme all’odore della carta, accompagnata dal tentativo dell’autrice di spiegarla e di spiegarsela. Le riflessioni sul senso del massacro di centinaia di migliaia di vite umane si intrecciano con quelle sul senso dell’esistenza, che affiorano ogni volta una persona è a contatto quotidiano con la morte. Non troverete una risposta a queste domande. Troverete descrizioni di fatti ed episodi e altre domande che si sommano a quelle iniziali. E quando il Vietnam sembra dietro di sé, e con esso le domande esistenziali, la vita della scrittrice è messa in pericolo in Messico, luogo in cui termina il libro. E le domande allora riaffiorano senza una reale risposta argomentata, ma con una risposta vissuta, forse.
"La vita cos'è?" Alla vigilia della partenza per il Vietnam come inviata de "L'Europeo", nell'autunno del 1967, Oriana Fallaci tenta di rispondere alla domanda della sorellina Elisabetta: "La vita è il tempo che passa tra il momento in cui si nasce e il momento in cui si muore". Ma la risposta le sembra incompleta e l'interrogativo la accompagna durante il lungo viaggio. All'arrivo a Saigon l'atmosfera è sospesa, surreale. L'agenzia France Press diretta da Francois Pelou sembra l'unico tramite con il resto del Paese ed è da quella base che la Fallaci si muove per testimoniare l'insensatezza della guerra: dalla battaglia di Dak To all'offensiva del Tet e all'assedio di Saigon, gli orrori del conflitto sono annotati giorno dopo giorno nel suo diario. C'è il rifiuto: "Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell'uomo". Quando, dopo un anno, la Fallaci torna nella sua Toscana e ritrova la piccola Elisabetta, una risposta per lei ce l'ha. "La vita è una condanna a morte. E proprio perché siamo condannati a morte bisogna attraversarla bene, riempirla senza sprecare un passo, senza addormentarci un secondo, senza temer di sbagliare, di romperci, noi che siamo uomini, né angeli né bestie, ma uomini." Pubblicato nel 1969, "Niente e così sia" è considerato un classico della letteratura, un romanzo di guerra che è un inno alla vita." (Prefazione di Lorenzo Cremonesi)
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Anno edizione:2018
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Un altro gran bel libro di Oriana. Un diario di guerra (Vietnam 1968) crudo, ma che ritengo uno dei più bei libri CONTRO la guerra. Le sue riflessioni colpiscono il profondo dell'anima: chi è il buono, chi è il cattivo, cosa servono le guerre ? Poi ognuno può essere più o meno d'accordo sulle sue conclusioni, ma lasciano il segno. L'ultima parte, la repressione della pacifica protesta studentesca a Città De Messico contro le Olimpiadi, ottobre 1968, mi ha veramente dato il colpo finale: a stento ho trattenuto le lacrime. Non perdetevelo.
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Quest'ospera è un altro capolavoro nato dalle mani di una donna capace di sviscerare il bene e il male dell'essere umano. Una giornalista che ha camminato tra la guerra del Vietnam descrivendoci i terribili atti commessi da entrambe le parti. Una giornalista ferita in Messico nel 1968 è tornata a casa con la risposta alla domanda che la sorella Elisabeth le avev posto. "Che cos'è la vita?" Anche in questo capolavoro della letteratura moderna troviamo il coraggio disincantato della Fallaci, che ci ha trasmesso le sue esperienze dandoci pugni allo stomaco, mozzandoci il respiro. La vita è una
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