Niente di vero

Amo le storie famigliari, ho amato la scrittura, il ritmo e tutte le stranezze racchiuse in questo libro. Bello e appassionato

l'ho divorato durante un viaggio in treno perchè spinta dalla curiosità di sapere come finiva la storia, visto che la storia non è raccontata in ordine cronologico e ci sono diversi flashback. divertente e pungente, quasi ingenuo. consigliato.

Un libro, tante relazioni. Il lettore entra in contatto con una storia, con i protagonisti e le atmosfere, con famiglie e città. A volte scatta subito la scintilla, altre volte serve qualche pagina in più. Raramente, come in questo caso, "sentiamo" la storia solo alla fine. Così facciamo un percorso a ritroso, come a recuperare qualcosa che prima riuscivamo solo a intuire. "Niente di vero" è ironico e cinico, drammatico e doloroso. Veronica Raimo sa strappare un sorriso, altre volte una risata. Poi torni indietro, rileggi qualche riga e scopri che ridi di una ferita aperta. Si può ridere di un dolore senza provare imbarazzo, colpa? Come ci ha insegnato Pirandello con la sua vecchia signora imbellettata, in queste pagine passiamo rapidamente dal comico all'umoristico. Un libro perturbante che ti invita a entrare in situazioni che forse preferiresti evitare, a posare gli occhi dove, potendo scegliere, volteresti lo sguardo. Ma qui non puoi, ormai hai letto. Sei complice dell'autrice, di ciò che ha visto, fatto e detto, e colpevole del tuo sorriso. Che gli eventi narrati siano veri o meno, poco cambia. Ci si sente scomodi comunque. Ecco perché, senza capirlo, ho tenuto a distanza questa storia fino alla fine. Sentivo una nota stonata e la sensazione di non afferrare. Quando ho realizzato, ho sentito vicino a me Veronica e le sue vicende. L'autrice racconta la sua famiglia estrema: un fratello geniale e genitori ossessionati dalle malattie, pervasi dall'ansia. In questo magma familiare indifferenziato nasce Veronica, che sogna di diventare una popstar ma che sarà scrittrice. "Quando in una famiglia nasce uno scrittore, quella famiglia è finita, si dice. In realtà, la famiglia se la caverà alla grande, come è sempre stato dall'alba dei tempi, mentre sarà lo scrittore a fare una brutta fine nel tentativo disperato di uccidere madri, padri e fratelli, per poi ritrovarseli inesorabilmente vivi." Gli eventi della vita dell'autrice, raccontati senza un ordine cronologico, fanno esplodere un caos coerente, un dissacrante elogio del difetto, di ciò che è e rimane incompleto, della mancata messa a fuoco. Per scelta. ❓Lo avete letto?