Niente teste di cazzo. Lezioni di vita e di leadership dagli All Blacks

Il rugby, alla fine, diventa una metafora, così come, del resto, i quindici giocatori in campo divengono altrettanti principi, mutuabili dal campo di gioco in quello, che sa essere ancora più complicato, della vita. E' un concentrato di situazioni, esempi, modi di essere e di pensare, strategie, attitudini, esercizi, tutti assommati da un unico fil rouge: la necessità di migliorare se stessi, ma non in un'ottica meramente individualistica, quanto di gruppo. L'obiettivo ultimo deve essere lasciare, in eredità, qualcosa di migliore di quanto trovato. Un lascito di esempi concreti, di virtuosismo, di lavoro quotidiano, che passa dai piccoli gesti, magari umili, ma oltremodo efficaci. Allora non è solo la storia, aneddotica, di Gilbert Enoka, Graham Henry, Richie McCaw e Sean Fitzpatrick; è anche la storia di Muhammad Alì, come di Steve Jobs; della Saatchi & Saatchi, come della Boeing; di Jonas Salk e del suo non-brevetto del vaccino contro la poliomielite. Tutto si riduce al carattere, al nostro e a quello degli altri, che altro non è se non l'impronta lasciata dalla vita su di noi e da noi su di essa; un darle valore, per valorizzarci.

"La prima forma di insegnamento è l'esempio" ....e spesso esempi belli si trovano nei libri! Tra tanti consiglio questo.

libro di leadership costruito sulla base di esperienze degli All Blacks in campo sportivo, offre davvero tanti spunti di riflessione! lo fonsiglio