Nick Hornby in "Non buttiamoci giù" gioca con il registro dell'improbabile e dell'assurdo: le situazioni a tratti poco plausibili hanno se non altro il pregio di rendere ancora più palese la confusione personale dei protagonisti stessi. I personaggi si sopportano a malapena, anzi spesso finiscono coll'irritarsi vicendevolmente; ma per quanto i protagonisti si scherniscano, offendendosi a vicenda e minimizzando sarcasticamente le vicissitudini altrui, quello che più colpisce in questo libro è la loro reale capacità di ascolto e l'empatia. In un momento dove nessuno sembra capire il loro stato d'animo essi finiscono col creare un gruppo compatto, trasformandosi in un involontario e improbabilissimo gruppo di sostegno.
Non buttiamoci giù
Su un altissimo grattacielo londinese, la notte di San Silvestro, mentre imperversano botti e festeggiamenti, un presentatore televisivo in crisi matrimoniale e professionale decide di suicidarsi buttandosi giù dall'ultimo piano. Ma al momento decisivo si accorge di non essere da solo su quel grattacielo: c'è vicino a lui una donna disperata, senza lavoro e senza marito, alle prese con un figlio autistico. Anche lei sta per buttarsi giù. Ma spuntano anche una ragazzina di 15 anni, sedotta e poi lasciata da un ragazzo, e un musicista americano fallito, ora cameriere in una pizzeria, pure lui abbandonato dalla ragazza. Anche loro vogliono suicidarsi. Forse sono un po' troppi...
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Autore:
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Traduttore:
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Collana:
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Edizione:8
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Anno edizione:2005
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Riflessione dolce-amara sulla vita, caratterizzata da momenti di tenerezza e complicità alternati ad un estremo cinismo; il classico libro di Hornby, insomma. Nonostante me ne avessero parlato in maniera non del tutto convincente, non mi è affatto dispiaciuto. Lontano dagli splendori di Alta fedeltà, Febbre a 90 e Un ragazzo, mantiene comunque quella verve narrativa e quell'umorismo sagace tipico dello scrittore britannico, che viene accentuato dalla scelta di far parlare in prima persona (con stili diversi) i 4 protagonisti del romanzo; con questo escamotage narrativo, l'autore è riuscito a strapparmi più di una risata. Non Hornby al suo meglio, quindi, ma molto in ripresa rispetto alla caduta di "Come diventare Buoni". Sono ansioso di leggere il recente "Tutta un'altra musica", da molti accostato, come temi e come qualità ad Alta fedeltà, quello che considero il capolavoro della produzione di questo autore.
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Indubbiamente uno dei miei libri preferiti. Scorre veloce senza perdersi mai nelle ripetizioni. I 4 protagonisti sono abitanti di pianeti diversi con in comune solo la propria infelicità, causata da ragioni diverse ma senza dubbio valide. La cosa che più colpisce, è la capacità di comprendere e accettare fino in fondo la realtà di un altro, senza giudizi e senza ridicolizzazioni. Nonostante la durezza del tema affrontato, non manca l'ironia e l'humor tagliente tipico di Hornby che ci porta invevitabilmente anche a riflettere. Eccezionale, sul serio. Lo consiglio vivamente a tutti.
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