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Una donna esce da un cancello. È quello del carcere, dove ha passato lunghi anni della sua vita. Lì dentro c’è stata una storia, e fuori ad attendere Maria ce ne deve essere per forza un’altra. Che direzione prenderà adesso la sua vita che la reclusione ha spezzato a metà? Maria prova a riprendere il filo della propria esistenza con testardo abbandono. Dormire, mangiare, lavorare: attività banali, che si rivelano terribilmente difficili in un mondo che conosce la punizione ma non il perdono, che chiude gli occhi sulle creature ai suoi margini e in cui le persone come Maria semplicemente «non esistono». Eppure Maria ci prova, anche quando tutto sembra rotolare, quando persino amare è difficile in tutta quella libertà in cui gli esseri umani si muovono, quasi sempre inconsapevoli di quanto sia arduo imparare a nuotare senza nessuno che te lo insegni, tenendoti sospesa sull’acqua. Alberto Schiavone tratteggia una figura di donna tenera e feroce, e la pone nel campo di azione più contraddittorio, quello in bilico tra giusto e sbagliato, tra libertà e prigione. Rovesciandoci addosso una domanda: ad attendere Maria c’è davvero la libertà a lungo sognata, o solo un altro recinto? Ma soprattutto: quando la gabbia viene aperta, è davvero possibile spiccare il volo?
Proposto da Annalena Benini al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione: «Propongo il romanzo di Alberto Schiavone, Non esisto (edizioni Clichy) perché con una lingua tesa e poetica, scarna e precisa, si prende cura del precipizio del vivere. Non è un romanzo sul carcere, perché inizia nel momento in cui Maria esce dal carcere e non c’è nessuno ad aspettarla: è un’elegia della libertà. E della fatica di ricominciare a esistere quando nessuno ti guarda e nessuno ti vuole. Alberto Schiavone si mette accanto a Maria, dentro Maria, e ci consegna la fatica della seconda possibilità. Questo è il romanzo di chi non sa dove andare, di chi trova solo porte chiuse e a un certo punto potrebbe dire: mi manca la prigione. È il romanzo di chi non si ricorda più come si fa a vivere, ma vuole tantissimo vivere ancora, esserci, esistere, lavorare e amare. È il libro di chi si è perso o potrebbe perdersi: è il libro di tutti. Di chi è la colpa? Non lo sappiamo, non lo sapremo mai, ma adesso finalmente c’è una donna, Maria, che racchiude tutti i nostri precipizi e tutte le nostre indifferenze, e ci chiede di non lasciarla sola.»
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