L’idea alla base del libro è interessante e potrebbe dare il La a un romanzo introspettivo, fonte di riflessioni che riguardano ogni uomo anche se non si è vissuta direttamente l’esperienza della protagonista. Ma non è il caso di questo testo! O meglio, non lo è pienamente. Nei primi capitoli la storia e lo stile invitano ad andare avanti nella lettura e nella riflessione, ma via via prevale il non scritto sul testo, troppa reticenza, esagerata l’ermeticità. Negli ultimi capitoli si fatica a trovare un senso tra le frasi e si perde il gusto di seguire interamente la storia di Maria. Sembra che l’autore abbia perso interesse nel raccontare la sua protagonista e l’abbia abbandonata a se stessa un po’ troppo.
Non esisto
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Libro presentato da Annalena Benini nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2023
«Certo che uscire in piena estate, caldo d’inferno di afa di insetti, non è l’uscita da ricordare che si vede nei film. Non c’è nessuno ad aspettarla e nessuno che l’aspetta a casa. Non c’è la casa. Non c’è niente. Che brutto film. Odio amo rido piango ma non ricordo più come si fa a vivere, la mia vanità ha ormai troppi spifferi e nessuno specchio. Sono sola. Non esisto».
«C’è così tanta vita in questo libro, vita vera, che assistiamo a uno dei miracoli della letteratura: aggiungere esistenza alla nostra esistenza, sentendoci legati al mondo. Un libro prezioso.» - Marco Missiroli
Una donna esce da un cancello. È quello del carcere, dove ha passato lunghi anni della sua vita. Lì dentro c’è stata una storia, e fuori ad attendere Maria ce ne deve essere per forza un’altra. Che direzione prenderà adesso la sua vita che la reclusione ha spezzato a metà? Maria prova a riprendere il filo della propria esistenza con testardo abbandono. Dormire, mangiare, lavorare: attività banali, che si rivelano terribilmente difficili in un mondo che conosce la punizione ma non il perdono, che chiude gli occhi sulle creature ai suoi margini e in cui le persone come Maria semplicemente «non esistono». Eppure Maria ci prova, anche quando tutto sembra rotolare, quando persino amare è difficile in tutta quella libertà in cui gli esseri umani si muovono, quasi sempre inconsapevoli di quanto sia arduo imparare a nuotare senza nessuno che te lo insegni, tenendoti sospesa sull’acqua. Alberto Schiavone tratteggia una figura di donna tenera e feroce, e la pone nel campo di azione più contraddittorio, quello in bilico tra giusto e sbagliato, tra libertà e prigione. Rovesciandoci addosso una domanda: ad attendere Maria c’è davvero la libertà a lungo sognata, o solo un altro recinto? Ma soprattutto: quando la gabbia viene aperta, è davvero possibile spiccare il volo?
Proposto da Annalena Benini al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione: «Propongo il romanzo di Alberto Schiavone, Non esisto (edizioni Clichy) perché con una lingua tesa e poetica, scarna e precisa, si prende cura del precipizio del vivere. Non è un romanzo sul carcere, perché inizia nel momento in cui Maria esce dal carcere e non c’è nessuno ad aspettarla: è un’elegia della libertà. E della fatica di ricominciare a esistere quando nessuno ti guarda e nessuno ti vuole. Alberto Schiavone si mette accanto a Maria, dentro Maria, e ci consegna la fatica della seconda possibilità. Questo è il romanzo di chi non sa dove andare, di chi trova solo porte chiuse e a un certo punto potrebbe dire: mi manca la prigione. È il romanzo di chi non si ricorda più come si fa a vivere, ma vuole tantissimo vivere ancora, esserci, esistere, lavorare e amare. È il libro di chi si è perso o potrebbe perdersi: è il libro di tutti. Di chi è la colpa? Non lo sappiamo, non lo sapremo mai, ma adesso finalmente c’è una donna, Maria, che racchiude tutti i nostri precipizi e tutte le nostre indifferenze, e ci chiede di non lasciarla sola.»
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Autore:
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MartinaM 20 maggio 2023Si comincia bene, ma non si prosegue alla stessa maniera
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Giulio64 01 aprile 2023Buono solo l'inizio
Il racconto ha un bell'inizio, accattivante, ci si lascia coinvolgere dalla protagonista Maria e ci si appassiona alla sua storia. Un po' alla volta la narrazione viene infarcita con frasi e pezzi di testo via via più scollegati dal contesto e sempre più ermetici. Gli ultimi capitoli sono un bailamme di frasi in libertà e si perde completamente il senso della storia. Sembra quasi che si siano dovute riempire delle pagine per giustificare la dimensione di un romanzo. ...il mondo è pieno di persone che sono brave a fare qualcosa, ma solo fino a un certo punto...
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