Non è questo che sognavo da bambina - Sara Canfailla,Jolanda Di Virgilio - copertina
Non è questo che sognavo da bambina - Sara Canfailla,Jolanda Di Virgilio - 2
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Non è questo che sognavo da bambina
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Descrizione


Nel loro esordio, Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio raccontano con leggerezza e autenticità che cosa significa diventare adulti oggi. Dentro ci sono i fallimenti, le paure e le ambiguità di un momento di passaggio obbligatorio e doloroso, in cui i punti di riferimento crollano e bisogna costruirne di nuovi. L’unica cosa che rimane è un sogno. Un sogno che anche quando resta chiuso in un cassetto, anche quando non riesce ad avere voce, può farsi sentire. Ed è proprio sapere che è lì, in attesa per quando si sarà pronti a fargli spazio, che ci fa sentire vivi.

Neolaureata. Coinquilina. Fuorisede. Precaria. Se dovesse descriversi, Ida lo farebbe così. E da oggi aggiungerebbe alla lista: stagista. Stagista in una grande-e-importante-agenzia-di-comunicazione. Non è quello che sognava da bambina, ma tant’è: dopotutto, non è la prima volta che le cose non vanno nella direzione sperata. Avrebbe voluto vivere ovunque tranne che a Milano, e vive a Milano. Voleva una relazione stabile, ed è stata lasciata. Ha studiato per diventare sceneggiatrice, e invece fa la social media manager. Ogni mattina si trascina verso l’ufficio e, tra meeting, brainstorming e tante altre parole che finiscono in -ing, lì resta fino a sera, impegnata in un lavoro che non riesce a capire che lavoro sia, circondata da colleghi che sono simpatici e brillanti, sì, ma solo tra di loro. Fino al giorno in cui, stanca di una vita che troppo spesso si riduce a essere un pendolo che oscilla tra un file Excel e la prossima sbronza, Ida capisce che, per sopravvivere, deve adattarsi, assomigliare più a loro - i suoi colleghi, il suo capo - e meno a sé stessa. E mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrere i suoi sogni diventa un capriccio che non può più concedersi. È ora di crescere: ridimensionare le aspettative e accettare i compromessi. Così, quando le arriva la notizia di un concorso a cui candidare il suo cortometraggio, Ida non sa che fare. Quasi non ricorda più cosa sognasse da bambina, chi volesse diventare. Ma non si può mai mentire del tutto a sé stessi. Almeno, non a quello che c’è in fondo alla propria anima.

Dettagli

26 agosto 2021
288 p., Brossura
9788811818830

Valutazioni e recensioni

  • Ilariamercury
    Il lato troppo reale del lavoro

    Un libro tutto sommato semplice, ma così attuale e fin troppo realistico, che racconta le difficoltà di chi si affaccia al mondo del lavoro nelle grandi città. Sicuramente una storia in cui molti si riconosceranno, soprattutto chi ha vissuto (o sta vivendo) le gioie e i dolori della vita da stagista!

  • LadyB
    Che fatica diventare grandi

    Una giovane protagonista portavoce di un'intera generazione: Ida è una 25enne come tante che vive il difficile passaggio all'età adulta. Dopo una laurea triennale e un corso di sceneggiatura nella più rinomata scuola di cinema di Milano, questa "ingenua" fuorisede sogna un futuro idilliaco farcito di belle speranze, ma si scontra con la deludente realtà lavorativa degli stage e del precariato. Ogni mattina si trascina in ufficio e tra meeting, brainstorming e tante altre incomprensibili parole in -ing, ci resta fino a sera, impegnata in un lavoro che detesta, circondata da colleghi che sono simpatici e brillanti solo tra loro. Finché capisce che per sopravvivere deve adattarsi, assomigliare di più agli altri e meno a sé stessa. E così, mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrere i sogni diventa un capriccio che non può più concedersi. Le due autrici raccontano con leggerezza e autenticità cosa significa diventare adulti oggi tra fallimenti, paure e ambiguità di un momento di passaggio in cui i punti di riferimento crollano e tutto ciò che resta è un sogno che continua a parlarci anche se chiuso in un cassetto. Non è difficile immedesimarsi in Ida, in fondo siamo un po' tutti sulla stessa barca e leggere la sua storia ci fa sentire meno soli.

  • tilly
    super consigliato ai giovani

    Ho letto questo libro in un momento molto particolare della mia vita e forse per questo mi sono identificata con la protagonista sotto molti aspetti. La scrittura è semplice e fruibile, ma mai banale. Ti fa entrare pienamente nella psicologia del personaggio e ancora di più nella città in cui è ambientato il romanzo, Milano. Trovo sia una lettura particolarmente utile e rincuorante per i giovani ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro: questo libro mi ha insegnato che anche se a volte non riesci a fare ciò che avevi sempre pensato avresti fatto, la vita ti può riservare altre mille opportunità e sta a te vederle come tali.

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