E' la prima volta che non termino un libro. Le frasi sono sconnesse, grammaticalmente inesatte. Troppi punti di sospensione, troppi cambi di soggetto. Per me incomprensibile. Forse non sono abbastanza colta per cogliere l'essenza di questo libro. Quindi devo dire che il libro non mi è piaciuto affatto e non lo consiglierei. Spero che con il tempo questo autori migliore queste varie caratteristiche, e il suo stile di scrittura.
Una stagione all'inferno. Dove l'inferno è l'io di chi racconta e insieme la scena, metropolitana, suburbana, in cui si muove, accompagnato dall'amico di sempre, Nutless e dall'amico alcolico e diabolico, Chinaski. Si procede muovendo dal centro verso l'esterno, dal chiuso di uno scantinato verso il quartiere e poi verso l'angoscia delle tangenziali, della piana "ipermercata", e verso un surreale interregno dove tutto può accadere. Oltre, vi è solo il viaggio, un viaggio lungo le strade defraudate di storia e di vita della "Balcanìa", verso i confini estremi di "Stanbùl", nelle taverne in cui la musica del rebetico riconferma vitalità e sconfitta. Epopea di perdenti, unica razza che ha potuto conoscere la grandezza e la bellezza.
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Anno edizione:2012
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Formato:Tascabile
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