Nostalgia della luce di Patricio Guzmán - DVD
Nostalgia della luce di Patricio Guzmán - DVD - 2
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Nostalgia della luce
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Descrizione


Il Cile, la sua storia, i desaparecidos e il cielo di tutti

«Profondamente intelligente e intenso, trascende la storia politica e la storia.»The Guardian

«La sua "ossessione" per la memoria stavolta prende forma attraverso un percorso inedito e affascinante, dal respiro filosofico.»The Guardian

Cile, deserto di Atacama. Il luogo è perfetto per gli appassionati di astronomia: da quella altitudine si esaminano le galassie distanti e c'è chi cerca tracce della vita extraterreste. Ma ai piedi dell'osservatorio eretto per gli studiosi, c'è una realtà più scioccante: un gruppo di donne scava la terra del deserto in cerca dei loro parenti scomparsi sotto il regime di Pinochet. Infatti il calore nel deserto mantiene intatti i resti umani e porta a galla sia mummie antiche sia corpi di prigionieri politici fino a oggi desaparecidos.

Dettagli

2010
DVD
8057092012857

Informazioni aggiuntive

  • Mustang Entertainment, 2017
  • Eagle Pictures
  • 90 min
  • Italiano (Dolby Digital 2.0);Spagnolo (Dolby Digital 5.1)
  • Italiano per non udenti
  • 1,78:1 16:9

Valutazioni e recensioni

  • maria rossi

    Dal libro Nostalgia della luce: monti e meraviglie dell'astrofisica dell'astronomo francese Michel Cassé, il documentarista francese Patricio Guzmán torna sul tema a lui caro della travagliata storia cilena e delle ferite ancora aperte nella memoria del suo paese, con un film suggestivo e vibrante che tiene i piedi ben saldi sulle polverose e brulle lande del deserto di Atacama e gli occhi rivolti alla smisurata immensità degli spazi cosmici perennemente scrutati dalle gigantesche cupole del VLT sul Cerro Paranal. Costruito come una sorta di riflessione etica sul senso del tempo e il destino dell'uomo, il film di Guzman rimanda alle suggestioni filosofiche del cinema di Herzog (da The Wild Blue Yonder a Cave of Forgotten Dreams) ma lo fa con la nostalgia e l'affetto che lo lega ad un popolo che abita da sempre una terra di confine, costretto a scavare il deserto per disseppellire e preservare la memoria di una storia controversa e dolorosa e nello stesso tempo incantato dalla ricerca di un passato ancora più remoto e primordiale che dalle estreme propaggini dell'universo ci restituisca un senso più profondo e consolatorio sulla miseria e la finitezza delle vicende umane. Giocato sul parallellismo tra archeologia e astronomia come discipline che indagano il passato in direzioni diametralmente opposte e secondo une metrica temporale affatto inconciliabile, questo racconto di storie e aspirazioni pone al centro del suo discorso sempre e solo l'uomo ed il valore della sua memoria come misura per comprendere un presente di smarrimento e confusione, alternado al racconto accorato di una voce narrante quale raccordo di altre voci che ci parlano del dualismo insito in questa ricerca con le testimonianze di uomini e scienziati che rinvengono le vestigia di una presenza umana più o meno recente (dai corpi mummificati di pastori neolitici ai poveri resti delle vittime del regime di Pinochet) e di quelli che osservano lo spettro del calcio di quelle ossa così come si è formato nelle nursery stellari generate dalla morte violenta di altre stelle. La memoria insomma è un oggetto delicato sembra dirci l'autore, da trattare con la cura con cui si ricompongono gli scheletri dei nostri simili e la consapevolezza con cui si smette di credere di essere al centro dell'universo per guardare a noi stessi come parte di un tutto in perenne divenire. Bellissime , tra le altre, le testimonianze dei sopravvissuti della ex miniera di Chacabuco trasformato in un campo di prigionia per oppositori politici tra cui un gruppo di astrofili iniziati da un medico con la passione per i sestanti ed un architetto che ha preservato nella sua memoria i dettagli planimetrici delle carceri poi fedelmente riprodotti nei disegni della futura libertà di esule in terra di Germania; oppure quella dei due giovani astronomi figli di quella violenza che li ha allontanati dalla propria terra o dalla propria famiglia e per cui la scienza diventa un'occasione di riscatto e comprensione ultima. Meravigliosa la fotografia di Katell Djian come pure le caleidoscopiche immagini della gallery stellare dell'Hubble Space Telescope. Miglior documentario all'European Film Awards 2010.

Conosci l'autore

Foto di Patricio Guzmán

Patricio Guzmán

1941, Santiago

Patricio Guzmán, nato a Santiago nel 1941, ha studiato alla Scuola ufficiale dell’Arte cinematografica a Madrid. Imprigionato al tempo della dittatura di Pinochet, si rifugiò a Parigi dove tuttora vive. Tra le sue opere più importanti, Il Caso Pinochet (2001) – selezione Cannes 2001, Chile, la memoria obstínada (1997), La Cruz del Sur (1992), En nombre de Dios (1987), La batalla de Chile: El poder popular (1979), La batalla de Chile: El golpe de estado (1977), La batalla de Chile: La insurrección de la burguesía (1975), La respuesta de octubre (1972), El primer año (1971), El paraiso ortopédico (1969), La tortura y otras formas de diálogo (1975). Con Feltrinelli “Real Cinema” è uscito Salvador Allende...

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