Sono venuto a conoscenza dello sviluppo travagliato nella pubblicazione di Notturno leggendo l'autobiografia di Asimov, che mi ha lasciato estremamente curioso. Viste l'impossibilità di leggere il racconto originale, ho puntato su questa versione "riveduta e ampliata" da Silverberg che, al contrario di Asimov, non conoscevo come autore. Ora so che devo tenermene alla larga. Per riassumere brevemente il motivo per cui ho preso in mano questo libro, basta citare la quarta di copertina: su un pianeta in cui non è mai notte, come reagirebbe l'umanità alla vista delle stelle? Con una premessa del genere, è facilmente intuibile dove si vuol andare a parare. Peccato che la virata giustamente post apocalittica viene intrapresa troppo tardi, quando ormai il libro si è arenato sul fondale della noia con una incipit fin troppo lungo. Dal momento in cui la catastrofe viene annunciata, supportata da una profezia, confermata da rilievi archeologici, e finchè se ne studiano le conseguenze sulla popolazione... avrete mollato il libro prima ancora che si verifichi. . . . SEGUE SPOILER . . . . Il finale aperto, poi, dopo una gestazione così lunga per il lettore è la beffa finale.
