Nove dimissioni e mezzo. Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle
"Il Mondo", "Paese Sera", "Il Giorno", "La Stampa", "Il Messaggero", "L'espresso", "L'Europeo", "l'Unità": una carriera cominciata nel 1956, con le cosiddette colonnine di costume, e non ancora finita. E quelle colonnine qualche volta Pannunzio gliele faceva firmare con uno pseudonimo maschile: Leone Paganini. Un leone per il coraggio - o piuttosto l'incoscienza - che l'aveva spinta da Reggio Calabria a Roma, lei esile brunetta dagli occhi verdi, col pallino del giornalismo, in un'Italia che non conosceva ancora il femminismo, né la contestazione giovanile. Quanto al cognome, Paganini... "Mario Pannunzio sviolinava nell'aria con le sue mani bianche, curatissime, ed era detto tutto! Tempi favolosi, vivevo nel miracolo". Parte da lì il lungo flashback di una donna che ha attraversato la storia degli ultimi cinquant'anni del giornalismo italiano, passando da una dimissione all'altra, talvolta cercata, talvolta subita. Una vita trascorsa a rincorrere e intervistare i grandi della cultura e del jetset - da Sartre a Soraya, da Grace Kelly a Pasolini, che la volle in tre dei suoi film. Il racconto di una vita al servizio della scrittura e dell'"adrenalina della notizia", un rutilante susseguirsi di fatti, aneddoti e retroscena di un paese alle prese con la modernità.
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Anno edizione:2010
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