Per lungo tempo il racconto è stata una forma letteraria poco apprezzata, quasi disprezzata, eppure scrivere storie brevi che siano d’impatto è forse più complicato che scrivere un romanzo. Per accorgersene basta notare l’attenzione che J.D. Salinger riserva a tutti gli elementi narrativi necessari a rendere vivi i suoi racconti: l’uso sapiente del montaggio temporale e spaziale, i dettagli mai lasciati al caso, l’abilità nel costruire dialoghi che colpiscono per la loro umanità; dialoghi attraverso cui delineare i vari personaggi, riproducendone fedelmente esitazioni, pause, tic verbali o gestuali (meraviglioso il dialogo nella parte centrale del racconto “Per Esmé: con amore e squallore”). In tutti i racconti, poi, serpeggia qualcosa di inquietante che si muove in profondità e ogni tanto sgorga in superficie, lasciando spazio, talvolta, a dei finali sorprendenti (come accade in “Un giorno ideale per i pescibanana” e in “Teddy”). Riprendendo temi a lui cari come l’alienazione, l’orrore della guerra, l’innocente saggezza dei bambini e l’inettitudine degli adulti, Salinger dà vita a dei racconti che costituiscono un vero e proprio punto di riferimento per chiunque voglia avvicinarsi a questa forma letteraria.
Nove racconti
Se le avventure di Holden hanno avuto per l'America un valore emblematico, è in questi racconti che lo humor, la spietatezza, la grazia e la tragica amarezza di Salinger trovano la loro perfetta espressione. Il loro punto di partenza è il "parlato" più colloquiale e modulato sulle effimere cadenze della moda. Per Salinger solo i bambini e chi ha vissuto l'orrore della guerra è vicino alla verità. Il dialogo dei bambini è una finestra su una realtà diversa e vertiginosa. Ma anche una conversazione pomeridiana tra amiche o la telefonata di un uomo che è a letto con una donna non sua diventano occasioni di poesia, nutrita di grande pietà umana.
Il giovanotto le lasciò andare le caviglie, ritirò le mani e appoggiò una guancia sull'avambraccio destro.
– Be', – disse, – lo sai come vanno queste cose, Sybil. Ero là seduto che stavo suonando. E tu chissà dov'eri, in quel momento. E Sharon Lipschutz è venuta lì e a un certo punto si è messa a sedere vicino a me. Non potevo mica spingerla via, ti pare?
– Sì che potevi.
– Oh no. No. Non potevo fare una cosa simile, – disse il giovanotto. – Ma sai cosa ho fatto, invece?
– Cosa?
– Ho fatto finta che fossi tu.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2014
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Anna 15 marzo 2025Con amore e squallore
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DeusMa 10 gennaio 2025Imperdibile
Una serie di racconti che parlano di personaggi apparentemente scollegati l'uno con l'altro ma in realtà eternamente indistinguibili. Alter ego dello stesso autore e fotografia della società dell'epoca. Imperdibile.
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Luigi 02 gennaio 2025Il vero capolavoro di Salinger
Racconti che ti sfasciano la testa, cambiando una parte di te per sempre.
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