Now Please Don't You Cry
Utilizzando la crème dei tecnici del suono e l’ineguagliabile qualità della produzione affidata alla Quality Record Pressings, la nuova serie Acoustic Sounds è masterizzata a partire dai nastri originali, stampata su vinile da 180 grammi e confezionata in copertine gatefold (“a libro”) ad alta qualità, curate dalla Stoughton Printing Co., dove – come si usava nei dischi dell’epoca – il foglio di carta stampato è applicato sul cartone (e quindi non è quest’ultimo ad essere inchiostrato direttamente). Il tutto sotto la supervisione di Chad Kassem, CEO di Acoustic Sounds, la società più affermata nel campo delle pubblicazioni per audiofili. Pubblicazione selezionate dallo straordinario catalogo Verve/UMe. Per iniziare, la serie si concentrerà su alcuni degli album di maggiore successo degli anni ’50/’60: questa volta tocca ad uno dei primi album incisi da un musicista unico e irripetibile, il geniale polistrumentista Roland Kirk.
Un personaggio leggendario, eppure troppo spesso sottovalutato. Sembra una contraddizione, ma di un grande musicista come Roland Kirk si tende a ricordare l’aspetto più bizzarro della sua (grande) arte, quasi a relegarlo in un ruolo un po’ circense, quasi da clown triste. Doppio, anzi multiplo errore – così come era ricca la panoplia degli strumenti che padroneggiava. Questo album del 1967 è una prova lampante del suo genio, e va (ri)ascoltato con attenzione. Costretto dalla cecità a trovare in tempo reale i suoi strumenti (un bizzarro sax contralto dritto chiamato manzello, un altrettanto raro sax soprano – invece – semicurvo di nome stritch, il sax tenore ed il flauto, di cui era maestro e sul quale aveva sperimentato per primo la tecnica dell’”ultrasoffio” più tardi resa celebre da Jan Anderson, flautista con i Jethro Tull) Kirk li teneva t-u-t-t-i al collo, appesi con cordami differenti e riconoscibili al tatto. Non solo: era solito anche suonarne due alla volta, con effetti visivamente incredibili quanto musicalmente straordinari. In questo album troviamo – in un ambito assolutamente bop – meravigliosi omaggi al grande sopranista Sidney Bechet, una toccante versione di “Alfie” di Burt Bacharach (ma con una strizzata d’occhio a Sonny Rollins, del quale il nostro cita “Alfie’s Theme”), e più in generale una debordante comunicativa intrisa di blues. Complici Lonnie Liston Smith (piano), Ronnie Boykins (contrabbasso) e Grady Tate (batteria), ma è Kirk il vero mattatore.
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Artisti:
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Supporto:Vinile LP
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Numero supporti:1
Disco 1
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