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Anno edizione: 2020
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Nulla è nero è un romanzo che narra la storia d’amore tra due figure iconiche del Novecento. È dunque il racconto di una tumultuosa, turbolenta passione e, insieme, di un secolo di furori, speranze, ideali e disillusioni. Un secolo in cui l’intensità della vita valeva più della vita stessa.
«La scrittrice francese Claire Berest racconta il rapporto tra due grandi talenti della pittura del '900, ma anche la giovinezza di Kahlo prima dell'incontro fatale con Riviera. Facendosi guidare dai colori della sua tavolozza messicana» - Lara Crinò, Robinson
«Un romanzo traboccante di colori e sensualità». - Libération
«Ci immergiamo con gioia nello straordinario destino di Frida Kahlo». - Technikart
Tutto è allegria, tutto è politica. Tutto abbatte i pudori e i tabù alle serate mondane di Tina Modotti. Frida l'ha conosciuta quando, liberatasi del busto ortopedico in cui, dopo l'Incidente, era racchiusa come una crisalide, ha cominciato a bazzicare la sede del PCM, il partito comunista messicano. Con il suo naso italiano, il suo petto scultoreo, il ritmo ciarliero del suo eloquio staccato, Tina ha aperto subito una breccia nel suo cuore. A una serata particolarmente festosa della fotografa italiana, dove si beve, si sbraita, si canta, e si ride più del solito, Frida vede per la prima volta Diego Rivera, el gran pintor del Messico, l'artista che, con Orozco e Siqueiros, ha portato la pittura fuori dai salotti borghesi, ha ritrovato la vocazione del colore e della smisuratezza, ha dipinto meravigliosi affreschi in cui uomini e donne si ergono, fieri, a tre metri di altezza. È un pachiderma o, meglio, una piovra dai tentacoli ammalianti, un uomo elefantesco dall'agilità contro natura, un ammasso di carne rosea che suscita, tuttavia, un sapore immediato e irresistibile di proibito. È, soprattutto, una figura irresistibile per Frida, che non esita, nei giorni successivi, a presentarsi al suo cospetto da sola, senza soggezione. Lei, la meticcia di Coyoacán che ha vent'anni di meno, la colonna spezzata, le gambe arrugginite, al cospetto del grande pittore. La passione esplode immediata. Frida non ha timore a concedersi a quell'uomo, un gigantesco totem che ha dieci vite di vantaggio su di lei. Gli racconta della sua esistenza, del tragico Incidente dello schianto dell'autobus e del suo corpo. Gli mostra le sue opere. Diego comprende subito che una forza inusitata anima quella piccola meticcia di Coyoacán, un'ostinazione a vivere e ad amare al di là di ogni capriccio del destino. "Nulla è nero" è un romanzo che narra la storia d'amore tra due figure iconiche del Novecento. È dunque il racconto di una tumultuosa, turbolenta passione e, insieme, di un secolo di furori, speranze, ideali e disillusioni. Un secolo in cui l'intensità della vita valeva più della vita stessa.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Rosso come il sangue, blu come la giacca che indossava Diego Rivera durante il loro primo incontro, oro come la polvere che la cosparse subito dopo l’incidente sull’autobus. E’ proprio con i colori che la famosa pittrice messicana utilizzava per dipingere le sue tele che viene guidato il lettore attraverso la vita di Frida Kahlo. “Nulla è nero” è un arcobaleno per comprendere quanto Frida fosse legata – e dipendente – da Diego Rivera, artista cosmopolita e totalmente incapace di resistere alle donne, compresa la cognata. Una relazione tormentata, un “patto col diavolo” per assaporare quella boccata d’aria che ha gli stessi connotati di una pugnalata. Frida sapeva chi avrebbe sposato (un dongiovanni seriale), Diego sapeva chi avrebbe sposato (una donna in perenne lotta contro la morte): entrambi vittime di una concezione dell’amore che nasconde sotto la libertà la prigione. Ma dal loro incontro, nonostante litigi e separazioni, entrambi sapevano di non poter fare a meno dell’altro. Un amore complicato, ma tremendamente eterno. Una sofferenza per sempre. Frida sapeva bene qual era il colore, il sapore, il rumore della sofferenza. Ma nonostante quell’incidente che ha finito per condizionare la sua esistenza per sempre – tra busti ed estenuanti dolori – la pittrice, figlia della rivoluzione messicana, non ha resistito a Diego, quell’uomo che gli avrebbe dovuto dare quel tanto atteso bambino, che però fu vittima di continui aborti. “Nulla è nero”, come il tragico destino di Frida, ti getta addosso senza tanti zuccherini quello che fu, quello che Frida fu costretta a patire tra un intervallo e l’altro dalla quiete. Il libro di Claire Berest è una perla nera per entrare appieno nel fervore artistico del Novecento, fatto di feste, incontri e grandi bevute; di voglia di rivoluzione: “Un secolo in cui l’intensità della vita valeva più della vita stessa”. Una messa a fuoco sulla vita di Frida che non può lasciare indifferenti. Come variopinta fu la vita di Frida, il libro della scrittrice francese non poteva che intitolarsi “Nulla è nero” e procedere nella narrazione con la cadenza dei colori. Colori dalle mille sfumature che raccontano emozioni impossibili da spiegare a parole. In questa biografia edita Neri Pozza c’è tutto: oltre la relazione con Diego Rivera, ci sono i momenti più significativi della vita di Frida Kahlo, il suo sguardo verso la pittura, la voce della sua arte, i suoi affetti e i primi successi delle sue mostre. C’è il dolore dell’incidente, dell’aborto, gli ultimi istanti di vita dell’ecclettica artista, oltre la reazione di Diego alla morte dell’amata. Un romanzo non banale, un’altra voce per raccontare Frida, la donna che ha deciso di sfidare la morte al grido di “Viva la vida!”. Il blog dell'editore
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