Numero zero - Umberto Eco - copertina
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Letteratura: Italia
Numero zero
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Descrizione


Una redazione che prepara un quotidiano destinato, più che all’informazione, al ricatto, alla macchina del fango, a bassi servizi per il suo editore. Un redattore paranoico che, aggirandosi per una Milano allucinata e allucinante, ricostruisce la storia di cinquant’anni sullo sfondo di un piano sinistro costruito intorno al cadavere putrefatto di uno pseudo Mussolini. E nell’ombra Gladio, la P2, l’assassinio di papa Luciani, il colpo di stato di Junio Valerio Borghese, la CIA, i terroristi rossi manovrati dall’ufficio affari riservati, vent’anni di stragi e di depistaggi, un insieme di fatti inspiegabili che paiono inventati sino a che una trasmissione della BBC non prova che sono veri, o almeno che sono ormai confessati dai loro autori. E poi un cadavere che entra in scena all’improvviso nella più stretta e malfamata via di Milano. Un’esile storia d’amore tra due protagonisti perdenti per natura, un ghost writer fallito e una ragazza inquietante che per aiutare la famiglia ha abbandonato l’università e si è specializzata in gossip, ma ancora piange sul secondo movimento della Settima di Beethoven. Alimentato da teorie cospirazioniste, mafiosi, amore, corruzione e omicidi, Numero zero è un perfetto manuale per il cattivo giornalismo che il lettore via via non sa se inventato o semplicemente ripreso dal vivo. Una storia nella quale riecheggia lo scontro tra le forze che hanno plasmato il nostro paese sin dalla seconda guerra mondiale. Una vicenda che si svolge nel 1992, ma in cui si prefigurano tanti misteri e follie della nostra società attuale, brillantemente anticipati e raccontati con tutta la potenza narrativa a cui Eco ha abituato i suoi lettori.

Dettagli

6 giugno 2025
224 p., Brossura
9788834620151

Valutazioni e recensioni

  • Il romanzo sembra nascere dall’urgenza che ha avuto Umberto Eco di sottolineare la critica ai mezzi di comunicazione e in particolar modo alla stampa quando diventa il mezzo di diffamazione del padrone. Il caso Mesiano, che passerà alla storia come il giudice dei calzini azzurri, per Eco ha segnato uno spartiacque: l’informazione cede il passo alla mistificazione pubblica volontaria. Per il suo ultimo romanzo Eco ha risposto i vocabolari e si è dato a una leggerezza narrativa insolita, più semplice, più libera.

  • stefania miscoli

    Abituati ai capolavori del grande maestro con quest'opera si rimane con l'amaro in bocca. La scrittura è comunque eccellente, ma manca l'intreccio, le sensazioni forti di cui siamo abituati. La trama è accattivante, incentrata sugli avvenimenti più o meno noti della cronaca politica italiana, i personaggi meno complessi del solito, più umani. Sicuramente questo era il volere dell'autore. il libro comunque merita di essere letto in quanto, nel bene o nel male, Umberto Eco sorprende sempre!

  • Marco Liberati

    Non mi metto tra quelli che lodano questo libro né tra quelli che lo denigrano con fare quasi spocchioso, perché, come si sa, chi è bravo e geniale suscita invidia. Certo non siamo davanti a un romanzo bellissimo, da sperticarsi le mani, no, però è godibile, senza troppe pretese. La trama e i personaggi sono un po' leggeri, quasi fantasmatici, poco sviluppati, forse per scelta personale di offrire volutamente un libretto da leggere facilmente anche nel frastuono di un autobus o in attesa nella saletta del dentista. Ci sono come sempre alcune perle di saggezza e l'esperienza di chi di giornalismo ed editoria ne sa qualcosa..forse ci ha voluto dire: diffidate criticamente dei giornalisti e dei giornali e di quello che scrivono se lo ritenete opportuno ma fatelo sempre leggendoli e approfondendo le notizie e usando soprattutto la vostra intelligenza super partes e mai perché ve lo dice qualcuno solo per interessi particolari..

Conosci l'autore

Foto di Umberto Eco

Umberto Eco

1932, Alessandria

Critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale. A ventidue anni si è laureato all'Università di Torino con una tesi sul pensiero estetico di Tommaso d'Aquino. Dopo aver lavorato dal 1954 al 1959 come editore dei programmi culturali della Rai, negli anni Sessanta ha insegnato prima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Milano, poi presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze. Infine presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Inoltre, ha fatto parte del Gruppo 63, rivelandosi un teorico acuto e brillante.Dal 1959 al 1975 ha lavorato presso la casa editrice Bompiani, come senior editor. Nel 1975 viene nominato professore di Semiotica all'Università di Bologna, dove...

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