L'Odissea di Kazantzakis
Non è un viaggio di ritorno, bensì una lunga fuga verso la morte. Questo potrebbe essere il senso del lungo peregrinare di Ulisse che, nell’Odissea di Nikos Kazantzakis, dopo aver eliminato i Proci, riprende la nave e abbandona le quiete e un po’ stupide certezze dell’Occidente per cercare il senso della propria fine. I 33.333 versi in decaeptasillabo giambico di Kazantzakis sono riproposti da Giacomo Scanzi in forma narrativa, con un linguaggio aggiornato, carico di tutte le inquietudini del nostro tempo. Come scrive Scanzi nella Nota introduttiva, «Kazantzakis traghetta Ulisse nel mare melmoso della mediocrità e lo àncora ad una sola certezza: “Dio è inseguire Dio nel vuoto!”. Non è importante l’approdo, eroico è il tragitto. Così, l’Odissea attraversa, sia pure per un solo istante, anche la nostra esistenza e, inevitabilmente, lascia un segno. Sempre che ci sia in giro ancora qualcuno capace di gridare: “Viva la libertà!”».
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Anno edizione:2025
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