Le Olimpiche. Testo greco a fronte - Pindaro - copertina
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Letteratura: Grecia
Le Olimpiche. Testo greco a fronte
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Descrizione


Ci fu un tempo in cui l'uomo sembrò barbaro per eccesso di ricchezza, in cui fu e si sentì completo senza scienza e critica, maturo vivendo di fantasia, leggende e grandi istinti: è questa l'età arcaica. La nostra presunzione la vede in funzione nostra, l'uomo arcaico, da parte sua, ci avrebbe sentiti dissociati, infelici e perfino irragionevoli. Il poeta più rappresentativo di questa lunghissima epoca umana — e la poesia è il più compiuto dei documenti storici — è Pindaro, vissuto all'alba, lenta, del mondo della «ragione». Questa lontananza spiega il «caso» Pindaro: considerato per tutta l'antichità «di gran lunga il maggiore dei lirici», come diceva Quintiliano, parrebbe inassimilabile al mondo moderno. È bene dunque rileggere, cioè «tradurre». Risentire senza atti di fede una delle più alte e commosse voci della lirica mondiale. La più limpida poesia e la più accurata filologia concorrono ad accompagnare il lettore nel viaggio a quel passato immortale, indispensabile alla sua coscienza di uomo moderno. «L'interpretazione di Mandruzzato esprime sicuri esiti d'arte... L'unica via perché Pindaro possa raggiungere il pubblico d'oggi è appunto che si salvi la sua qualità poetica, ossia che il traduttore si faccia lui stesso poeta: tralasci il calco, affronti il mistero e il rischio dell'atto creativo », così scriveva Dario Del Corno quando questo testo apparve per la prima volta.

Dettagli

22 novembre 2018
Brossura
9788867233915

Conosci l'autore

Foto di Pindaro

Pindaro

(Cinocefale, Tebe, 518 - Argo 438 a.C.) poeta greco. Nacque da nobile famiglia. Dopo un periodo passato a Tebe si trasferì ad Atene, dove ebbe come maestri Apollodoro, Agatocle e Laso d’Ermione. Del 498 è il primo componimento datato, la X Pitica per Ippocle di Tessaglia. Durante le guerre persiane mantenne un atteggiamento distaccato, quasi indifferente, ma più tardi cantò Atene come «baluardo della Grecia». Fu in Sicilia alla corte di Gerone di Siracusa insieme a Bacchilide (con il quale, nel 476, celebrò la vittoria olimpica di Gerone). Scarse sono le notizie sugli anni successivi: l’unica data sicura è il 446 (VIII Pitica per un atleta di Egina). Si tramanda che Alessandro Magno, quando nel 336 distrusse Tebe, volle risparmiata la sua casa.P. trattò tutte le forme della lirica corale:...

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