Olive Kitteridge - Elizabeth Strout - copertina
Olive Kitteridge - Elizabeth Strout - 2
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Premio Pulitzer - Narrativa - 2009
Olive Kitteridge
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Descrizione


Premio Pulitzer 2009, Premio Bancarella 2010 e Premio Mondello 2012.

In un angolo del continente nordamericano c'è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'Oceano Atlantico c'è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È lì che vive Kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull'altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: «Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi». Con dolore, e con disarmante onestà, in «Olive Kitteridge» si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un'altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo "romanzo in racconti", del Premio Pulitzer 2009.

Dettagli

2 luglio 2009
384 p., Brossura
9788864110332

Valutazioni e recensioni

  • Elena
    Personaggi e luoghi descritti con maestria

    In ogni capitolo sono raccontati un abitante di Crosby e la sua storia. Chi tiene le fila, con legami più o meno forti con questi, è Olive: un personaggio che non si può non amare nonostante la sua “durezza”. Le storie narrate hanno sempre un sottofondo di tristezza che rappresenta bene i drammi che chiunque di noi può vivere durante la propria vita. La cittadina e gli ambienti descritti ti fanno venire voglia di partire per visitare questa cittadina del Maine. Nota negativa: ho trovato la scrittura talvolta un po’ contorta. I mini paragrafi spesso saltano dal presente al passato e li ho trovati un po’ confusionari.

  • Sfigatta24
    Bello

    Mi è piaciuto molto questo libro per come è scritto, per la storia e i personaggi. Intenso, lo consiglio per una buona lettura.

  • Py87
    Pallido

    L'ho trovato strano e opaco, certamente per la forma narrativa che é inusuale e perché gli accadimenti spesso sono raccontati dietro una patina di detto e non detto. Il libro é composto da una serie di racconti/capitoli ambientati in una cittadina americana in cui Olive é, in altri più e in altri meno, presente, ma quelli dominanti hanno come protagonisti proprio lei e la sua famiglia; gli altri mi sembrano essere stati messi lí a caso e senza alcun perché. I personaggi, a partire dalla stessa Olive, non sono positivi o gradevoli, ma piuttosto deprimenti, ma proprio per questo ho avuto l'impressione di una certa volontá da parte dell'autrice di farli amare al lettore; ebbene... con me non ha funzionato, proprio per nulla. Inoltre per tutto il romanzo ho avuto la sensazione di essere negli anni '70/'80, anche se l'arco temporale parte sì dagli anni '70, credo, ma va fino ai primi anni duemila. Per fortuna il libro é abbastanza scorrevole.

Conosci l'autore

Foto di Elizabeth Strout

Elizabeth Strout

1956, Portland (Maine)

Vive a New York con il marito e la figlia, ed è originaria del Maine.Ha insegnato letteratura e scrittura al Manhattan Community College per dieci anni e scrittura alla New School. Suoi racconti sono apparsi in numerose riviste, tra le quali il «New Yorker».Con Amy e Isabelle (2000), acclamato da pubblico e critica, e vero e proprio caso editoriale, il suo primo romanzo, è stata finalista al PEN/Faulkner Prize e all'Orange Prize, e ha vinto il Los Angeles Times Art Seidenbaum Award per l'opera prima e il Chicago Tribune Heartland Prize. Con Olive Kitteridge (2009) ha vinto il Premio Pulitzer. Citiamo anche Resta con me (2010) e I ragazzi Burgess (2013). Tra le sue pubblicazioni con Einaudi Mi chiamo Lucy Barton (2016), Tutto è possibile (2017), Olive,...

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