Oltre la voce - Alessandra Giordano - copertina
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Oltre la voce
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Descrizione


"Vibra l'antica forza della poesia greca dalla quale il testo è tratto (Ippolito Incoronato). In luogo dei sortilegi degli dèi, si avverte qui il contrasto tra la brama di potere, il desiderio di due corpi, la necessità di vendetta: tre fili che condurranno i protagonisti in un labirinto di illusioni. Nessuno vince perché l'uomo, quando persegue la vendetta, perde la speranza: questo testimonia il fandango di Fedra e Ippolito."

Dettagli

76 p., Brossura
9788898347759

Valutazioni e recensioni

  • Trezene non è Atene e Ippolito non è Teseo: laddove non c'è eroismo ci può essere solo vendetta. Ippolito è l'adolescente arrabbiato di una famiglia allargata ed è un seme nato da violenza; Fedra è uno strumento, apparentemente un docile burattino ma poi diviene consapevole, vera e colpisce. Un dramma antico, breve e concentrico in una rielaborazione che scuote ed è attuale.

  • AltroMondo Editore ha pubblicato il racconto “Oltre la Voce” di Alessandra Giordano, autrice e regista teatrale. Il testo rielabora il mito di Ippolito e lo collega a un altro mito tragico dell’antichità, quello di Medea. Storicamente il dramma di Fedra nasce da una tradizione della città greca di Trezene, in cui le ragazze, prima di sposarsi, donavano una ciocca di capelli a Ippolito, per onorarne la triste sorte. Secondo la leggenda, di Ippolito si era innamorata la matrigna Fedra la quale, respinta dal ragazzo, lo accusa ingiustamente presso il padre Teseo. Oppressa dalle passioni, Fedra si uccide; Teseo maledice il figlio e questi, per vendetta, viene ferito a morte dal dio Poseidone. Il mito di Ippolito ispirò Euripide, che lo mise in scena nel 428 a.C., poi Seneca nel I sec. d. C. e altri autori, fra cui il grande francese Racine, nel XVII sec., e anche D’Annunzio. Ma non è la memoria letteraria che anima il racconto “Oltre la voce”: In esso rivive il fondo ancestrale di uomini e donne dell’antichità greca, vittime di passioni e destini inesorabili, che l’autrice mette in scena con una forza espressiva che immerge il lettore in un dramma arcaico, a tutto tondo, senza redenzione per i protagonisti. Fedra rappresenta una individualità femminile inascoltata, sconfitta nel confronto con le logiche tutte maschili del potere e della guerra, come già era stato per le eroine dei romanzi di Christa Wolf, Medea e Cassandra. E a quelle importanti riletture della mitologia greca si avvicina il nostro racconto per più versi, primo fra tutti per la prosa, che procede per rapidi accostamenti e scoscese sovrapposizioni. Personificazione di sentimenti e astrazioni dal potente contenuto emotivo avvicinano “Oltre la voce” alla condensazione propria dello stile di Eschilo e Sofocle, allontanando la narrazione dalla tendenza al patetico e al manierismo tipici di certe monodie di Euripide e accostandola, piuttosto, alla psicologia violenta e tormentata dei personaggi di Seneca. Marco Galaverna

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