L' orologiaio di Everton

Provincia americana, anni ' 50: Dave Galloway, orologiaio, conduce una tranquilla e monotona esistenza nella cittadina di Everton (NY), tra il lavoro ed l' educazione del figlio. Abbandonato dalla moglie con il bambino di pochi mesi, ha cresciuto da solo il ragazzo, Ben, che è diventato un adolescente introverso nonché la sua primaria ragione di vita. Una sera Ben non rientra a casa, Dave pensa ad un banale ritardo, invece il ragazzo ha organizzato la fuga con Lilian, una coetanea figlia dei vicini, prendendo il furgone del padre e portandosi dietro un fucile. Il tragico evento sconvolge l'esistenza di Dave, mettendolo di fronte a tragici interrogativi: conosce davvero suo figlio? E ancora prima: si conosce? Chi è veramente anche lui? Non avevo mai letto Simenon e fino a non molto tempo fa lo conoscevo soltanto come autore di gialli, invece questo romanzo breve è stata una vera rivelazione. In poco più di 150 pagine Simenon tratteggia la figura del protagonista e della provincia americana nella quale vive e per farlo gli occorrono pochi tratti, come disegnasse un bozzetto a matita, ma la resa è davvero notevole. La figura di Dave piano piano si disvela con le sue paure, il suoi rimpianti, la sua incapacità, i suoi rimorsi di padre e di uomo che si sente inadeguato e il suo dolore muto diventa quasi palpabile. Poche pagine ma con un meccanismo narrativo che funziona perfettamente, secondo me, proprio come un orologio.

Un romanzo scorrevole e veloce da leggere. I risvolti psicologici di un padre che comprende di non conoscere il proprio figlio.

Una trama semplice ma allo stesso tempo affascinate per i contenuti e gli aspetti psicologici trattati. I personaggi descritti sotto i loro tratti umani, rappresentano l’opera stessa che potrebbe reggersi senza una trama e sopravvivere per l’interesse, e talvolta, la loro debolezza che suscita a chi li scorge durante il testo.