Prima volta che mi avvicino a questa autrice, il romanzo nasce con le migliori premesse perché l'espediente narrativo utilizzato (il padre morto che incontra il figlio dopo 40 anni) è potente. Il romanzo si assesta in quel genere che indaga i rapporti familiari e in particolare modo il rapporto padre-figlio che in questo caso è duplice: Diego-Oscar e Oscar-Gaia, a volte diventa triplice Diego-Gaia. L'incanto del padre modello e della seconda possibilità ricevuta da Diego cade presto. I ritratti dei padri che escono da questa storia sono quelli di uomini fragili, deludenti e incapaci spesso nel loro ruolo. A pagarne le spese sono i figli tra delusioni e disillusioni continue. Più del tema della caduta della figura paterna, già presente in molti altri romanzi, mi sono fermato a riflettere sul tempo. A ognuno il suo tempo mi verrebbe da dire, intendendo sia la durata di permanenza su questa terra sia il preciso periodo storico che ci è stato assegnato per vivere. Il miracoloso ritorno alla vita di Diego testimonia questo, la sua seconda possibilità è un fallimento su tutti i fronti perché il suo "vecchio" tempo è finito e il "nuovo" tempo non gli appartiene. Posso dare solo tre stelle perché non ho trovato l'evoluzione e lo sconvolgimento emotivo che mi aspettavo viste le premesse. Lo stile che ricorre al discorso indiretto libero e al flusso di coscienza potrebbe non piacere a tutti.
Padri
Libro candidato da Gioacchino De Chirico al Premio Strega 2022
Dopo il perturbante e vertiginoso Blu, Giorgia Tribuiani torna con un romanzo dalla prosa tesa e accattivante che si appunta su una storia a tre voci di rabbia e dolore, parole non dette e seconde occasioni. Una riflessione sulla famiglia dalla trama originale in bilico tra realtà e impossibile per un'autrice che, come poche, sa scavare nell'animo umano per far emergere il rimosso e stimolare la comprensione con uno stile personale notevole e a tratti sorprendente.
«"Padri" testimonia come in minime storie possono rivelarsi spazi immensi. Un libro d'amore in senso largo, come accettazione e accoglienza dell'altro, quindi comprensione dell'umano al di là del proprio perimetro individuale. Certo c'è anche di più: la voce del perdono, la generosità di offrire sempre altre occasioni di fronte alla mancanza, all'assenza, ai sempre possibili errori che accompagnano i giorni che ci sono dati. Alla fine, verrebbe solo da dire, da parte di chi scrive come di chi legge: non è niente, è la vita soltanto» – Remo Rapino
È un pomeriggio di primavera quando, con lo stesso corpo e la stessa età del giorno della propria morte, Diego Valli risorge. Si risveglia sul pianerottolo di quello che era stato il suo appartamento, tira fuori le chiavi, prova a infilarle nella serratura ma si trova faccia a faccia con il figlio Oscar, lasciato bambino e invecchiato ormai di oltre quarant'anni. Da qui, ha inizio una vicenda di riconciliazioni e distacchi, una storia intensa e sincera sul rapporto tra padri e figli e sulla necessità del perdono. Una volta riconosciuto il padre, Oscar affronta il comprensibile straniamento aggrappandosi alle incombenze della quotidianità, mentre Clara, sua moglie, non crede al miracolo e si oppone all'idea di ospitare in casa uno sconosciuto. A complicare le cose, si aggiunge l'arrivo di Gaia, la figlia della coppia, che torna nella città natale per trascorrere le vacanze. Di nascosto dalla madre, che è spesso via per lavoro, Gaia finalmente ha l'occasione di conoscere suo nonno: un uomo profondo, amante della musica, più simile a lei di quanto sia mai stato suo padre. Oscar, al contrario, scoprirà aspetti di Diego che non pensava gli appartenessero. Dopo il perturbante e vertiginoso Blu, Giorgia Tribuiani torna con un romanzo dalla prosa tesa e accattivante che si appunta su una storia a tre voci di rabbia e dolore, parole non dette e seconde occasioni. Una riflessione sulla famiglia dalla trama originale in bilico tra realtà e impossibile per un'autrice che, come poche, sa scavare nell'animo umano per far emergere il rimosso e stimolare la comprensione con uno stile personale notevole e a tratti sorprendente.
Proposto da Gioacchino De Chirico al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«Giorgia Tribuiani è una delle scrittrici più interessanti e innovative nel panorama letterario italiano. Con grande coraggio culturale ha affrontato temi originali come quello del rapporto tra corpi e arte, tra corpi e relazioni umane. Oggi, attraverso il suo ultimo libro, Padri, si misura con una tematica più tradizionale e frequentata dalla scrittura italiana contemporanea, ma lo fa con un piglio originale e con grande personalità. Quello che potrebbe sembrare un allineamento alle convenzioni più consolidate diventa invece, ancora una volta, uno scarto creativo che aggiunge conoscenza, cuore e realtà al già conosciuto. La cifra stilistica di una scrittura, mai elementare ma assai colta e matura, permette a Tribuiani di scandagliare il senso profondo della vita di tutti noi, presenti e assenti, che sbagliamo, ci pentiamo, amiamo e in definitiva, viviamo.»
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Collana:
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Anno edizione:2022
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DaniPa 29 dicembre 2024La caduta degli dei (padri)
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