Panegirico di Napoleone il massimo detto ne L'Accademia Pisaurica dal Vice-Presidente Giulio Perticari - Giulio Perticari - copertina
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Panegirico di Napoleone il massimo detto ne L'Accademia Pisaurica dal Vice-Presidente Giulio Perticari
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In 4to (mm. 225x174). Pp. 59, [1]. Non rilegato e sciolto. Ottimo esemplare ad ampi margini. "Fu questa orazione nella sala dell'Accademia pisaurica nel dì anniversario della coronazione italica di Napoleone I. alla presenza del sig. gerenale Julien, del sig. Resti Ferrari Vice-prefetto e delle autorità civili e militari". Seguono versi di Bartolomeo Borghesi, Girolamo Zappi, Filippo Ronconi, Pietro Petrucci, Eduardo Bignardi, Pierfrancesco Serra, Luigi Ciacchi e Francesco Cassi. Giulio Perticari è stato un poeta e scrittore italiano. Nel 1812 si unì in  matrimonio a Costanza (1792-1840), figlia di Vincenzo Monti. Nelle polemiche linguistiche di quegli anni Perticari difese le idee montiane, combattendo il rigoroso ritorno alla lingua trecentesca propugnato dai puristi e dalla Crusca. 

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<p>In 4to (mm. 225x174). Pp. 59, [1]. Non rilegato e sciolto. Ottimo esemplare ad ampi margini.</p> <p>"Fu questa orazione nella sala dell'Accademia pisaurica nel dì anniversario della coronazione italica di Napoleone I. alla presenza del sig. gerenale Julien, del sig. Resti Ferrari Vice-prefetto e delle autorità civili e militari". Seguono versi di Bartolomeo Borghesi, Girolamo Zappi, Filippo Ronconi, Pietro Petrucci, Eduardo Bignardi, Pierfrancesco Serra, Luigi Ciacchi e Francesco Cassi.</p> <p>Giulio Perticari è stato un poeta e scrittore italiano. Nel 1812 si unì in  matrimonio a Costanza (1792-1840), figlia di Vincenzo Monti. Nelle polemiche linguistiche di quegli anni Perticari difese le idee montiane, combattendo il rigoroso ritorno alla lingua trecentesca propugnato dai puristi e dalla Crusca. </p>

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Panegirico di Napoleone il massimo detto ne L'Accademia Pisaurica dal Vice-Presidente Giulio Perticari

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1808
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Giulio Perticari

(Savignano sul Rubicone, Forlì, 1779 - San Costanzo, Pesaro, 1822) letterato italiano. Genero di V. Monti, si schierò al suo fianco nelle polemiche linguistiche contro A. Cesari: nei suoi due saggi Degli scrittori del Trecento e de’ loro imitatori (1818) e Dell’amor patrio di Dante e del suo libro intorno al volgare eloquio (1820) sostenne che anche gli scrittori del Trecento avevano usato una lingua contaminata da diversi volgari, cercando conferma alle sue asserzioni in una arbitraria interpretazione delle teorie dantesche. Autore di mediocri versi e fondatore, assieme ad altri, dell’antiromantico «Giornale arcadico» (1818), tentò di impostare un classicismo moderno, affine a quello di P. Giordani, con cui aveva in comune le idee progressiste e l’amor di patria.

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