Il parco nazionale d’Abruzzo dopo il periodo bellico (1945-1970)
Dopo i nefasti avvenimenti bellici della seconda guerra mondiale, pochi e illuminati uomini di scienza ebbero a cuore il patrimonio naturalistico dei Parchi Nazionali. Tra questi, il Professor Alessandro Ghigi, zoologo e naturalista che già ai primi del novecento aveva aiutato la nascita del Parco Nazionale d'Abruzzo, avviò nel dicembre 1945 una inchiesta per valutare lo stato della selvaggina nei quattro Parchi Nazionali: Abruzzo, Circeo, Gran Paradiso e Stelvio. La situazione risultò preoccupante. Nel Parco Nazionale d’Abruzzo la comunità scientifica temeva per l’orso marsicano ed in particolare per l’estinzione del camoscio d’Abruzzo. Massacri di animali a colpi di mitra per mano di soldati e bracconieri avevano lacerato il sacro silenzio delle rocce della Camosciara. Con l’avvento della democrazia si assistette all’assalto della politica. La malapolitica non fu meno dannosa della guerra. Un vero esercito di invasori del Parco d’Abruzzo, aggredito da interessi affaristici in mano a speculatori, che usarono ogni mezzo contro qualsiasi impedimento od ostacolo. Per non dimenticare ciò che è stato, si è voluto qui ricordare quel periodo con una documentata cronologia dei fatti.
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Anno edizione:2022
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In commercio dal:1 dicembre 2022
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