Una parola da salvare: socialismo (e un'altra da dimenticare)
Il vocabolo "socialismo" e i suoi derivati - socialdemocrazia, socialismo liberale, laburismo, ecc. - sono da qualche tempo scomparsi dal lessico della cultura politica italiana: una scomparsa non casuale ma voluta, esito ultimo dell'egemonia culturale esercitata per più di mezzo secolo dal solidarismo cattolico e dal totalitarismo comunista, avversari entrambi del liberalismo e della socialdemocrazia europea. Grazie a questa doppia egemonia l'Italia è oggi assai più affine allo stato etico-corporativo teorizzato da Giovanni Gentile e Benito Mussolini negli anni del fascismo trionfante che non allo stato di diritto nell'accezione propria delle grandi democrazie di lingua inglese e di cultura anglosassone, a quella concezione dello stato per cui tanti italiani, fra cui i socialisti Matteotti, Carlo e Nello Rosselli, Bruno Buozzi, Eugenio Colorni, hanno sacrificato la loro vita.
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Anno edizione:2012
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