Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani - Fabio Geda - copertina
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Letteratura: Italia
Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani
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Descrizione

Una toccante storia di formazione «on the road» che scalda il cuore lasciando sempre aperta la porta alla possibilità di un futuro migliore.


Un sacco di gente sceglie di non avere casa, mentre altra non lo sceglie, semplicemente non può averla. E allora non le resta che fingere che non sia così, fingere di vivere in una casa dalle pareti tanto grandi che non le vedi più, in modo da non sentire mai la nostalgia di qualcosa che sai ti verrà sempre negata. È ciò che impara a fare Emil Costantin Sabau, un tredicenne rumeno immigrato illegalmente in Italia, con la passione per le parole e per i fumetti di Tex Willer. Emil perde prima la madre, poi la terra che ama e infine il padre che viene rispedito in Romania e finisce in carcere. Quando anche il ricco architetto che lo ospita si rivelerà meno buono di quanto sembra, non gli resta che fuggire e mettersi sulle tracce di un eccentrico nonno mai conosciuto. Inizia così un viaggio per l’Europa che lo porterà a incrociare la strada con tante persone diverse e a trovare faticosamente una nuova collocazione nel mondo.

Dettagli

26 marzo 2024
200 p., Brossura
9788806260125

Valutazioni e recensioni

  • Suge
    romanzo di crescita

    La scrittura di Geda è piacevole, ma qui non raggiunge la lievità del suo romanzo più noto e con tematiche simili (Nel mare non ci sono i coccodrilli). Bello il messaggio di speranza per il futiuro che lascia. Lo consiglierei senz'altro ad un adolescente.

  • Ho conosciuto questo libro leggendolo con la mia classe alle medie. Solitamente i libri letti sotto costrizione, a scuola, si finisce per odiarli, e devo ammettere che questo non ha fatto eccezione. Non mi è piaciuto perché ero costretto a leggerlo, ma è riuscito a lasciarmi qualcosa, un qualcosa che anni dopo mi ha portato a rileggerlo. E, guarda un po', ho riscoperto un gran bel libro, scritto bene e che tratta tematiche importanti oggi più che mai, dove la storia di un ragazzo immigrato dalla romania, che ha perso tutto e rimane vittima della sua situazione, non potrebbe essere più attuale. Consiglio assolutamente l'acquisto, non ve ne pentirete!

  • Emil è un tredicenne rumeno arrivato in Italia come clandestino con il padre che si ritrova da solo a Torino dopo l’arresto e il rimpatrio del padre a seguito di una rissa. Il libro inizia con la fuga da Torino dopo il violento litigio con un architetto inquietante, ossessionato dalla bellezza e esteta in ogni particolare della quotidianità (la causa della lite si scoprirà solo alla fine del romanzo) per andare alla ricerca del girovago nonno. Durante il viaggio attraverso mezza Europa, Emil sarà accompagnato da personaggi pittoreschi e da ognuno imparerà qualcosa (dall’amore all’odio) fino ad arrivare alla meta. Il romanzo è molo bello sia per la trama, sempre un po’ sopra le righe ma mai del tutto inverosimile, e sia per lo stile di scrittura che mi è piaciuto tantissimo. E’ un romanzo di formazione con un ragazzino che sta crescendo e deve imparare a vivere e sopravvivere nella giungla moderna con dei personaggi pittoreschi ma che hanno ognuno di loro la propria umanità e qualcosa da insegnare. E’ in gamba Emil, ma pur sempre un ragazzino solo (orfano di madre con un padre in galera e un nonno girovago, lontano dalla sua amata patria e dagli amici) che ha bisogno non solo di amici ma anche di una figura adulta a cui appoggiarsi e identificarsi. Lo stile di scrittura è veramente ben riuscito: il romanzo è raccontato a due voci (Emil e l’architetto). In particolare quando racconta Emil, l’autore è molto bravo nel rendere lo stile di un tredicenne (la passione per un eroe dei fumetti lo porta ad identificarsi con lui e a sognare ad occhi aperti di vivere le sue avventure, le frasi con un punto per parola, le ripetizioni ad ogni inizio frase, la caratteristica dello straniero che, con orgoglio, evidenzia come e dove ha imparato una parola difficile o desueta) ma anche quello del nonno artista (scrive in italiano ma inverte le lettere nelle parole) e dell’architetto (attento e puntiglioso nella scelta delle parole).

Conosci l'autore

Foto di Fabio Geda

Fabio Geda

1972, Torino

Fabio Geda (1972, Torino), si è occupato per anni di disagio giovanile, esperienza che ha spesso riversato nei suoi libri. Ha scritto su «Linus» e su «La Stampa» circa i temi del crescere e dell'educare. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori di Torino e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Esordisce nel 2007 con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani; segue L'esatta sequenza dei gesti (2008) e Nel mare ci sono i coccodrilli (2010) che ha avuto uno straordinario successo sia in Italia che all'estero. Nel 2011 esce L'estate alla fine del secolo, mentre del 2014 è Se la vita che salvi è la tua (Einaudi). Nel 2015 esce il primo volume della serie per ragazzi Berlin (Mondadori)...

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