Per una teoria dell'organizzare propone una lettura delle organizzazioni che scopre dinamiche sottili dove altri vedono forme e strutture rigide. Per una teoria dell'organizzare afferma che le reti di azioni che noi costruiamo sanno essere plastiche e basate su molti poli, tenute insieme da connessioni "lasche". Ed è bene tenerne conto. Per una teoria dell'organizzare ci mostra come usare l'analisi etnografica e la teoria della narrazione per capire a fondo l'agire e l'interagire. Perché il tempo delle concezioni prometeiche della leadership è finito. Lo è anche quello in cui le riforme dall'alto erano viste come panacea. Perché è urgente capire come le innovazioni si diffondono, si trapiantano da un posto a un altro, vengono traslate. Perché dobbiamo imparare a studiare processi complessi e policentrici. Senza cadere nelle trappole dei miti. Se ne consiglia la lettura a chi sappia superare la fantasia che le idee viaggino in una sola direzione. E che il cambiamento pianificato è l'unico possibile. Se ne sconsiglia la lettura a chi è a caccia di ricette, senza accogliere una teoria. Nessuna scelta è scartabile a priori.
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Anno edizione:2020
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