Questo romanzo ci porta nel mondo circense, il mondo in cui nasce e cresce la nostra piccola protagonista. La sua è una famiglia di artisti scappata alla dittatura comunista del "calzolaio" (come lo chiamano loro) in cerca dell' "America" (in quell' estero in cui nei supermercati c'è perfino cibo per cani e in cui non si deve fare la fila per prendere un pezzo di pane). In patria li credono ricchi, mentre in realtà la loro vita nomade è una sopravvivenza alla quotidianità: tra gli scoppi d'ira del padre e le attenzioni non prettamente paterne per la figlia più grande; tra le acrobazie della madre e i sempre troppi bicchieri di vino bianco. Questo è la quotidianità in cui cresce la nostra bambina. Un mondo fatto di fantasia e crudeltà. Un mondo reale e poetico insieme. In cui il sacro (c'è sempre la presenza di Dio nei pensieri della protagonista) e il profano (i vestiti sgargianti del circo e poi gli spettacolo semi- nudi al night club) si mescolano. Sinceramente.. non ho capito se quest' libro mi è piaciuto 😅 Intuisco che le sue pagine hanno voluto dirmi qualcosa, ma quel messaggio mi sfugge.. sta' di fatto che è da due giorni (da quando ho girato la sua ultima pagina) che ci penso e ripenso .. se questo è uno degli obbiettivi della lettura, allora lo consiglio! 😊
