Perché sei un essere speciale è il diario di una ragazza quattordicenne che si trova ad affrontare una situazione difficoltosa in famiglia ed ha i soliti problemi adolescenziali come quelli amorosi e la mancanza di accettazione verso sé stessi. La scrittura è piuttosto semplice ma è adeguata al libro dato che è un diario segreto di una ragazza di 14 anni e nessuno a quell'età riuscirebbe a scrivere in modo eccelso, inoltre il linguaggio è semplice e istintivo quindi rispecchia totalmente il modo di approcciarsi con il proprio diario, non credo proprio che qualcuno scrive sul proprio diario segreto mettendosi a badare molto allo stile, alla struttura della frase e a tutto il restante delle cose. Ho apprezzato questa lettura perché per quasi due ore mi sono ritrovata a qualche anno fa, quando avevo la stessa età di Sibilla, la ragazza del diario, ed è stato come trovarmi in una dimensione pressoché parallela e mi ha riportato alla mente i ricordi dei miei 14 anni e dei miei drammi. Ma per il restante non posso dire di aver apprezzato la lettura. Una cosa in particolare che non ho assolutamente apprezzato e mi ha fatto anche innervosire, procurandomi un fastidio tremendo: nel diario la ragazza si rivolge ai suoi genitori non chiamandoli mai, o quasi mai, mamma e papà ma usa i loro nomi: Stefania e Domenico. Più o meno non c'è nulla di strano, sono i loro nomi.. ma, forse, a me ha dato fastidio perché se devo nominare i miei genitori non li chiamo mai per nome, loro sono sempre mamma e papà, non sono solita dire neanche mia madre o mio padre, figuriamoci chiamarli per nome! Nella mia testa probabilmente questo suona come un distacco da loro e soprattutto non identificarli davvero come i propri genitori e io avendo un ottimo rapporto e un forte legame con entrambi leggendo i nomi dei genitori mi sono infastidita ogni volta. Anche se nella lettura con la mente sono tornata ai miei 14 anni non mi sono assolutamente rispecchiata in Sibilla: fortunatamente non ho avuto i suoi stessi problemi familiari e non so cosa significa avere un padre che improvvisamente diventa disoccupato e non so neanche che significa avere un fratello che di punto in bianco si rivela un drogato e non uno studente universitario, ma quest'ultimo punto posso pressoché comprenderlo dato che ho avuto amici che purtroppo sono caduti nella trappola della droga e fortunatamente con l'assistenza anche di genitori e amici se ne sono tirati fuori proprio come Giuseppe, il fratello di Sibilla. Non ho avuto neanche problemi di accettazione con me sé stessa, anch'io ero molto grassottella e parecchio, ora non sono magra ma sto molto meglio rispetto a prima, ma comunque anche se volevo essere magra e dimagrire non me ne importava più di tanto, avevo ben altro per la testa e forse proprio per questo non ho potuto avere la classica crisi adolescenziale per quanto riguarda il mio corpo, ma ho saputo immedesimarmi in lei e capire la sua vergogna e il suo imbarazzo. Sibilla racconta anche dei suoi drammi amorosi: nessuno la voleva e quando un ragazzo improvvisamente la invita ad uscire lei rimane scioccata e fugge via poiché le intenzioni di lui erano solo avere un approccio fisico e nient'altro. Però poi arriva Simeone, un ragazzo emo che veniva anche lui emarginato dal restante dalla classe, poi per una marachella a scuola si conoscono e la loro conoscenza sfocia in una profonda amicizia che si trasformerà in amore, ma non sarà solo la loro amicizia a trasformarsi in amore sarà anche Simeone ad avere un cambio radicale. Nonostante mi sia messa nei panni di Sibilla comunque non ho saputo ritrovarmi in lei neanche sotto questo aspetto anche perché non ho avuto la sua stessa esperienza, ma molto diversa. Inoltre non mi sono ritrovata nella persone di Sibilla perché l'ho trovata come una persona senza carattere, abbastanza debole, senza una personalità propria e io alla sua età non ero minimamente simile a lei: ho sempre avuto il mio bel caratterino tosto, ho sempre preso la vita di petto e affrontato tutto con tenacia e coraggio e soprattutto non ho mai mostrato debolezza a nessuno anche se, quando mi ritrovavo da sola, piangevo fino a procurarmi un mal di testa atroce e gli occhi che mi bruciavano come se mi fossi appena spruzzata del limone negli occhi e fin da piccolina subito ho iniziato a formare la mia personalità che ho sempre mantenuto anche se spesso mi ha fatto sentire e mi fa sentire straniera in mezzo al mondo. L'autrice attraverso le parole di Sibilla prende in causa diversi temi: la violenza sessuale nei confronti delle donne, la dipendenza da sostanze stupefacenti, il bullismo, la disoccupazione, la crisi economica, le crisi familiari, l'abbandono del nucleo familiare, l'autolesionismo, la morte e la successiva donazione degli organi, la tristezza e la solitudine; tutti temi che bene o male si devono prendere in considerazione sia in modo oggettivo che soggettivo ma che effettivamente non ho trovato nessuno dei due lati. Temi presi in causa ma che in realtà non sono stati affrontati e quindi trattati in maniera troppo troppo superficiale. Indubbiamente la mia mente ha ripercorso anni all'indietro ed è arrivata ai miei 14 anni, ma non sono stata minimamente coinvolta, non mi sono emozionata e non ho trovato una vera e propria anima nelle parole. Quasi ottanta pagine di un diario che ci racconta tanto e niente, tutto superficiale, senza spessore e senza emozioni. Spesso ho anche pensato che ogni tema fosse un punto di inizio per qualcos'altro dato che ho trovato ogni cosa incompleta. L'unica parte che ho apprezzato un po' di più è stata la storia d'amore tra Sibilla e Simeone anche se ho trovato anche quest'ultima abbastanza asciutta e incompleta. Il significato del titolo? Potremmo ricondurlo alla canzone La cura di Battiato che viene dedicata a Sibilla, ma potremmo interpretarlo anche in modi diversi: - potremmo ricondurlo a Sibilla che nonostante abbia solo 14 anni ha molti problemi da affrontare: a livello familiare perché il padre perde il lavoro, se ne va di casa e quindi la famiglia deve affrontare il problema della disoccupazione e "l'abbandono" di un marito/padre, poi il fratello che si droga invece di andare all'università prendendo in giro tutta la famiglia e all'infuori della famiglia ha anche problemi con le persone esterne al nucleo familiare, a scuola la deridono, una migliore amica si trasferisce improvvisamente al Nord, sempre perché il padre perde il lavoro, e l'altra migliore amica improvvisamente cambia e la deride e la schifa anche lei ma nonostante tutto Sibilla continua ad andare avanti e non si arrende alla vita; - potremmo anche ricondurlo a Simone, il ragazzo emo che arriva nella sua classe ma che improvvisamente cambia per amore di Sibilla e dalle sue pagine di diario possiamo capire perché anche Simeone è speciale. Su questo punto non voglio dilungarmi troppo, finirei per rivelarvi tutta la storia di Simeone e la storia d'amore con Sibilla e non voglio rovinarvela. Per concludere: questa lettura è stata abbastanza deludente e sinceramente neanche me la sento di consigliarvela, ma se volete farvi una vostra idea leggetelo e se lo farete fatemi sapere cosa ne pensate, forse la penserete in modo completamente diverso da me. Se lo avete già letto lasciatemi un commento per dirmi la vostra opinione.
Perché sei un essere speciale
Angelica Rubino, presenta un "caro diario" che racconta la storia di una ragazza che affronta la vita con ottimismo e cerca sempre di trovare una visione luminosa anche nei momenti di difficoltà che si verificheranno sia all'interno della sua famiglia come nei rapporti con gli altri, fino a trovare la sua dimensione nell'avventuroso viaggio della vita...
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Patrizia Ferri 14 maggio 2018
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