The Phantom Five

Il titolo che Awolnation ha dato al suo quinto album di canzoni originali in 15 anni, The Phantom Five, va oltre la semplice cronologia. Il numero 5 è associato all'indipendenza e all'individualismo, a importanti cambiamenti ed esperienze di vita, tutti elementi che hanno influenzato l'album che ne è scaturito. È una raccolta di dieci canzoni che mette in risalto tutti i diversi impulsi e stimoli che Bruno ha imparato a padroneggiare con Awolnation in un pastiche coeso e anthemico di musica moderna. Il primo singolo, “Panoramic View”, spicca per la sua sincerità; in effetti, pur non essendo necessariamente una nuova direzione per gli AWOL, l'idea che una ballata sincera sia il primo brano disponibile per i fan è emblematica del ritrovato controllo di Bruno su ogni aspetto dell'uscita di un album. Da esplosioni dirompenti e ironiche come “Jump Sit Stand March” e “When I Was Young” all'ode alla bellezza e all'autodistruzione ispirata a Roy Orbison “A Letter to No One” e al seguito stridente “City of Nowhere”, che richiama alla mente i Cars e i Grandaddy, senza contare gli interventi di Emily Armstrong dei Dead Sara e di Del the Funky Homosapien, The Phantom Five si occupa di trovare la propria strada verso la felicità in un'epoca bizzarramente sottosopra.