Pian della Tortilla

"Pian della Tortilla" di John Steinbeck (nella preziosa traduzione di Elio Vittorini e a cura di Luigi Sampietro) è il primo romanzo "famoso" di questo maestro della letteratura americana. I personaggi stralunati di questa serie di racconti, che in qualche modo, susseguendosi tra di loro, danno luogo a un testo coerente nella sua incoerenza di fondo (data dalle ondate di avventure, eroi e antieroi in un ironico tono cavalleresco) hanno tanto da insegnare al mondo produttivista e consumista in cui viviamo. Dolente e divertente come solo Steinbeck sa essere!

Una storia senza né capo né coda, esattamente come i suoi protagonisti. Ma è proprio questo il bello del libro, con la sua scrittura ironica che si abbina perfettamente con le vicende assurde dei personaggi. Non lo si prenda però come libro leggero: dietro a una maschera di ilarità e pensieri leggeri si nascondono concetti profondi.

Epopea sublime di sfaccendati acutissimi, di reietti degni di intelligenze speciali, di rozzi vagabondi dal cuore meraviglioso. Uomini che hanno nel cuore il segreto della vita pur nell'immobilismo di un sonno giornaliero, nell'ozio delle bevute e nelle risse che in fondo quasi incarnano commosse danze a volersi bene. Steinbeck li inquadra in episodi anche importanti, ma sempre alleggerendo con la loro saggezza priva di scuole il tono e il peso dei vari accaduti. Formidabile ritratto di un'America lontana, poetica, di un regno di laghi e di verande dove lo sfaticato è come il re da benedire e ringraziare. Un capolavoro assoluto.