Un paese abbandonato da tutti, dimenticato e in disfacimento, dove solo un uomo si aggira silenzioso tra i propri ricordi, tra dure e lente riflessioni sulla morte incombente e su quella già passata tra i muri in rovina e le erbacce che cancellano i segni del passato, una resistenza nel vuoto. Nel silenzio il tempo (la pioggia gialla) a poco a poco spegne anche gli incendi più violenti. Un linguaggio poetico, una strenua difesa del proprio vissuto contro l'oblio.
La pioggia gialla
Romanzo più per convenzione editoriale che per essenza, perché la sua natura è più vicina all’elegia e alla trenodia, La pioggia gialla è il romanzo della pura morte, poiché tutto, nella vicenda di Andrés, è fine, ma anche romanzo della pura vita.
«Un libro bellissimo, un’elegia commovente per un mondo perduto.» - Le Monde
«La pioggia gialla ricorda García Márquez, ma qui il barocco è stato sostituito da un lirismo sussultante.» - El Periódico
«Uno strano brusio mi fece svegliare di soprassalto. Era una notte fredda e la pioggia gialla oscurava la finestra. All’inizio pensai che fosse il vento. Ma mi stavo sbagliando. Proveniva da un punto imprecisato della casa. Era un mormorio di voci, di parole vicine.» Non è rimasto nessuno ad Ainielle. Se ne sono andati gli uomini e le donne, i pastori e i contadini, i giovani, i vecchi, gli animali. Rimangono i serpenti, nascosti sotto le rovine delle case. E rimane Andrés. Erano lui e sua moglie, prima, poi Sabina si è impiccata nel mulino abbandonato e ora, a fargli compagnia, non rimane che una cagna macilenta. Anche i villaggi vicini si stanno svuotando, dissanguati dalla guerra e da un progresso senza nome e senza pietà. Ma Andrés non ha intenzione di andarsene, nemmeno quando la pioggia gialla del tempo comincia a cadere e i fantasmi dei suoi morti tornano a visitarlo. Romanzo più per convenzione editoriale che per essenza, perché la sua natura è più vicina all’elegia e alla trenodia, di cui riprende l’ossessione per le anafore e le ripetizioni, La pioggia gialla è – nelle parole di Andrea Gentile, dalla postfazione che chiude il libro – romanzo della pura morte, poiché tutto, nella vicenda di Andrés, è fine, ma anche romanzo della pura vita, perché è il suo respiro, costante, affannato, a imprimere alle pagine il ritmo slavinante di un postremo testamento che è, insieme, un inno all’umana resistenza.-
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Anno edizione:2019
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