Una raccolta di sette racconti che dimostra, ancora una volta, la capacità di Inés Cagnati di indagare la solitudine e l'emarginazione da un punto di vista tutt'altro che scontato: quello dell'infanzia. In Pipistrelli esiste un filo conduttore che lega tutte le piccole protagoniste: quello dell'amore per la natura. Animali, piante e ruscelli diventano un soggetto vivo tanto da sostituirsi ai genitori e ai fratelli che, come loro, soffrono di un isolamento forzato dal resto della comunità in cui vivono ma che, allo stesso tempo, sembrano non voler combattere, rimanendo così legati a quei villaggi che puntualmente li respingono.
I pipistrelli
«So il nome e le proprietà di tutte le erbe che curano il corpo» dice con fierezza la protagonista tredicenne di uno dei racconti qui riuniti, da cui sembra spirare il profumo mielato dei fiori d’acacia e quello amarulento del latte di fico. La natura è del resto l’unico sapere di chi non ha per orizzonte che indigenza, campi, vigne, stagni, colline, e l’unico riparo dal dolore per le creature difettive che Inès Cagnati sa raffigurare con un ritegno che lascia intravedere abissi di tristezza. La tristezza che scaturisce da madri dal viso tirato e cupo e da padri cui solo la collera riesce a dar voce. E insieme dall’«altro mondo», popolato di insegnanti armate solo di «parole violente» e regole inflessibili; di figli che non sanno nascondere l’insofferenza delle loro origini e di anziani genitori che la sera se ne stanno lì a «guardare il volo vellutato dei pipistrelli nel crepuscolo violaceo»; di comunità che respingono chiunque appaia disturbante e alieno – e dunque pazzo. Come la donna che tutti chiamavano «la pipistrella» perché nel capanno isolato in cui viveva solo quei «sacchetti di polvere nera imprigionata nelle ragnatele» parevano accoglierla e rispecchiarla. Alberi e animali, popolo di tacita e primordiale saggezza, sono la vera patria di queste vulnerabili creature, cui è concesso al più il sogno di andarsene lontano, «fino al deserto dove passano i cammelli con le carovane del sale».
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Collana:
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Anno edizione:2024
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Giada 25 gennaio 2025il mio commento
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mmm 17 gennaio 2025Una conferma
Anche con questa raccolta di racconti Inès Cagnati conferma il suo stile e ci porta in un viaggio malinconico ma ricco di emozioni. Lettura consigliata.
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Daniela 07 gennaio 2025bellissimo
Di solito non amo le raccolte di racconti, ma questo mi ha conquistato. Mi sono piaciuti tutti. Una scrittura semplice, ma capace di raccontare e scavare l'anima dei personaggi, in particolare dei bambini, gli emarginati, gli incompresi, i pazzi. Personaggi che trovano conforto nella natura semplice e indispensabile.
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