Poesie inutili
“Ho sempre ricordato molti sogni. Li raccontavo, nell’infanzia, ai miei gatti e a qualche sporadico compagno di giochi. Poi nel crescere nessuno li ascoltava più, così li ho scritti per non perderli. Dagli anni ’70 li ho messi in un cassetto. Qualcuno li lesse e disse che ero un “surrealista immaginifico”. Iniziai così a leggere i surrealisti e a ritroso i romantici. Come i surrealisti, detesto i premi culturali e perciò non partecipo a gare sgomitanti fra intellettuali e secchioni. Sin dalla mia prima infanzia, ho sempre disegnato e soprattutto colorato. Poi la scuola italiana e le mie condizioni economiche mi hanno fatto passare la voglia di dipingere. Solo recentemente ho partecipato a qualche mostra collettiva. Ho fatto esperimenti musicali ed elaboro foto a cui introduco testo (Immagine e poesia), mi occupo di tecniche e ricerche pittoriche”.
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Anno edizione:2019
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