Che l’Italia sia ricca di patrimonio artistico è innegabile, ma da un certo punto di vista continuiamo a sottovalutarne una parte importante. Qualche volta può addirittura sembrarci strano quando un turista si blocca sul marciapiede per fotografare una statua o un monumento che ormai ci è così familiare da non attirare più il nostro sguardo. È vero che probabilmente dipenderà dal tipo di opera, perché non riuscirei a figurarmi di passare a Roma davanti al Vittoriano senza perdermi in quella vista così solenne e maestosa, ma probabilmente qualche romano l’avrà interiorizzato al punto da additarlo come ingombro alla viabilità. Giovanni Carlo Federico Villa racconta questo enorme museo a cielo aperto in Un popolo di statue, edito dalla EDT. Oltre a offrire una raccolta di storie relative alle singole opere, peraltro molto gustose, il saggio spiega l’importanza di questi elementi del paesaggio, del territorio e soprattutto dei cittadini. Tra i ventuno capitoli di Un popolo di statue, solo sei riguardano il sud Italia, pur se elogiato oltremodo nelle sue visioni cittadine. Purtroppo questo ha portato anche a delle scelte tra le città del nord rappresentate, perché ero sicuro di incontrare Pavia. Quanto ci sarebbe stato da raccontare sulla Minerva che accoglie i visitatori? Lo scultore Francesco Messina acquistò così tanta notorietà da diventare l’autore del simbolo della Rai, il Cavallo morente.
Un popolo di statue. L'Italia raccontata dai suoi monumenti
Diffuso in maniera omogenea sull'intera penisola, il patrimonio monumentale italiano rappresenta un vastissimo museo integrato di valore e rilevanza del tutto eccezionali. Un museo oggi spesso trascurato dal passante e dal visitatore, eppure ancora conservato e restaurato con cura, e costantemente incrementato da nuove inaugurazioni, talvolta improbabili o bizzarre: dal Monumento al Motociclista a quello all'Aceto balsamico tradizionale di Modena. Fin dal Rinascimento la statuaria pubblica ha rappresentato una forma di muto dialogo fra il potere e il cittadino, ma è soprattutto con il Risorgimento e l'Unità d'Italia che i monumenti cominciano a cercare di attivare nel paesaggio cittadino un racconto civile ed eroico necessario all'idea di nazione. Giovanni Carlo Federico Villa ci guida in ventuno città e una regione italiana con l'obiettivo di portare alla luce questo immenso patrimonio e di ascoltarne la voce, il racconto che fa di noi. Ne emerge un ritratto sorprendente e inedito nella sua stratificazione e ricchezza. Un racconto necessario per capire la nostra storia e il nostro futuro, tenendo presenti le famose parole di Ippolito Nievo: "un popolo, che ha grandi monumenti onde inspirarsi, non morrà mai del tutto".
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Anno edizione:2023
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Fede 05 gennaio 2025Consigliato
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