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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2014
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Due giovani studiosi di letteratura dell'Inghilterra contemporanea, ripercorrendo i passi di un uomo e una donna vissuti un secolo prima, ricostruiscono una vicenda d'amore che ben presto diventa la loro.
Roland Michell, giovane studioso londinese mite e riservato, trova accidentalmente in un libro appartenuto a un poeta vittoriano due minute di una lettera indirizzata a una donna. Roland s'improvvisa detective, scopre l'identità della destinataria di quella missiva e coinvolge nelle ricerche la collega Maud Bailey. Ripercorrendo i passi della donna e dell'uomo vissuti un secolo prima, visitando i luoghi dei loro incontri e studiando le opere, i due giovani ricostruiscono e ben presto rivivono, una perduta storia d'amore. I successi di pubblico e di critica mettono in luce quella passione che s'impadronisce del lettore impedendogli di separarsi dal libro finché non sarà arrivato a scoprire la traccia di verità, svelata nel rocambolesco finale.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Come scritto nel titolo ho trovato quest’opera una prova di erudizione piuttosto che un testo di narrativa contemporanea. La preparazione di Antonia Susan Byatt è senza dubbio ciò che più emerge durante la lettura del romanzo, motivo per cui non sono riuscita ad apprezzarla fino in fondo. Si nota una cura eccezionale dei dettagli, dalla scelta delle parole, allo studio della letteratura e dei costumi tipici dell’epoca vittoriana, non a caso l’autrice è un’autorità nel campo della critica letteraria anglosassone (ambiente in cui il libro ha trovato un grande successo). Eppure, nonostante sia un’opera così tanto curata, manca di coinvolgimento. La trama é, a mio avviso, poco efficace e utile al solo scopo di mettere in evidenza tutto lo studio affrontato dalla scrittrice.
Non riesco ad avere un giudizio obiettivo su questo libro. Sicuramente è un lavoro maestoso da parte dell’autrice. I protagonisti sembrano essere due studenti universitari, uomo e donna, entrambi disillusi per diversi motivi che si trovano ad indagare insieme su una presunta storia d’amore tra un poeta ed una poetessa vissuti in età vittoriana. La cosa audace è che le figure dei poeti non sono mai storicamente esistiti, sono frutto della fantasia dell’autrice che ne ricostruisce perfettamente il contesto sociale e storico della Londra di fine ‘800 e lo stile degli autori allora in voga. Il romanzo, infatti, è un classico esempio di metaletteratura, costituito da parti in prosa e parti in versi, da racconto contemporaneo su cui si innesta quello remoto, ci sono anche le lettere, assume ad un certo punto una forma epistolare e pure di poema lirico: i due autori vittoriani, infatti, si parlano tra loro non solo tramite le lettere ma pure tramite i poemi da loro scritti (pure frutto della fantasia dell’autrice). Insomma, c’è un lavoro non indifferente di fine e corretta ricostruzione dell’epoca vittoriana. Eppure il romanzo non “prende”, quasi solo decolla nelle ultime pagine pure essendo di una mole non indifferente. La lettura mi è risultata pesante. Il tema della possessione è variamente presente: da quella amorosa tra i protagonisti a quella quasi feticista degli accademici verso gli oggetti appartenuti agli autori studiati. Più volte si parla del tema del femminismo, del mostruoso femminile, della sessualità repressa della donna.
"Possessione" è un libro ai limiti del possibile-nel senso migliore dell'espressione. E' un libro complicato, stilisticamente e a livello di significato, e per questo non sempre scorre facilmente, ma proprio questo suo alto grado di complessità lo rende un testo unico nel suo genere e capace di ammaliare gli appassionati di letteratura vittoriana e metanarrativa, e anche qualche lettore casuale un po' più volenteroso e tenace della media. Straconsigliato per chi vuole lasciarsi stupire.
Recensioni
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