Tornano alcuni dei personaggi de L'uomo nero, una sorta di seguito che conclude le vicende del precedente romanzo. Anche quì non è tanto la storia a brillare (troppo esile e con un minimo accento giallo), quanto la caratterizzazione dei personaggi, la parte migliore del romanzo, ma non tale da assegnargli la sufficienza. Poldelmengo può fare di più.
I pregiudizi di Dio
"Un libro che mi ha totalmente conquistato. Durezza della lingua, asprezza dei temi, tenuta della trama, la giusta pietas" - Giancarlo De Cataldo
L'occhio dei media si spalanca su Mandela, il paesino della valle dell'Aniene da cui è scomparsa una giovane mamma. L'evento lega i destini del commissario Valente, dell'ispettore Alfieri e del commissario Francesca Ralli. Tre sguardi sulla stessa indagine, ciascuno deformato dallo specchio convesso della propria anima. I poliziotti dovranno accettare di scendere a patti con una realtà ambigua, dove esistono cattivi innocenti e buoni colpevoli. Perché la vera giustizia non è di questo mondo, e ciò che chiamiamo bene e male sono i pregiudizi di Dio, come disse il serpente.
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Autore:
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Anno edizione:2016
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andrea benedettini 23 novembre 2016
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LIVIA FRIGIOTTI 22 novembre 2016
Attingere dai fatti reali e quotidiani e trasformarli in una storia da leggere che ti cattura è assolutamente un pregio. La crescita dell’autore nella collana Sabot/Age è tangibile e credo che la scommessa di inserirlo sia vinta. Non si tratta di un seguito diretto di “Nel posto sbagliato”, nuovi personaggi, nuova ambientazione, nuovo racconto. Poldelmengo prende spunto da un fatto di cronaca, da un femminicidio, ma poi lo fa evolvere secondo un suo schema, ce lo mostra da più punti di vista. Attraverso le strade diverse prese dai personaggi, arriva a una soluzione ma lascia forse anche un ragionevole dubbio aleggiare tra le pagine. I personaggi principali, nonostante siano i tutori dell’ordine, si lasciano in parte affascinare dal pregiudizio e da una idea di soluzione basata su esperienze personali e sul vissuto. Netto e visibile anche quel pregiudizio e quel modo di fare del giornalismo di oggi. Il binomio colpevole/innocente visto dai media, dal pubblico più che dalla giustizia e dai fatti concreti. Il vissuto personale dei personaggi protagonisti si mischia alla storia, la stravolge quasi, la contamina, la condiziona. Poi le cose cambiano, i pensieri e i dubbi cambiano, la storia prende un’altra forma. La soluzione giunge come inaspettata, ma in realtà era li sotto i loro occhi, coperti appunto da un pregiudizio. Ritmo serrato, scenografia chiara, immagini nitide. Si ha subito un quadro chiaro della tipologia di romanzo, del tutto aderente allo stile Sabotage. Scorrevole da leggere non è mai ridondante, si corre sul filo del rasoio e la compenetrazione dei personaggi e della loro vita personale, all’interno della storia, risulta riuscita e fruibile. Una scrittura morbida ma incisiva dal linguaggio quotidiano che si allinea a quello che oggi abbiamo intorno. Ma la fantasia spazia, aleggia portando il lettore al di fuori della sua realtà, lo porta affianco ai personaggi, quasi dentro ognuno, perché l’aspetto psicologico è ben delineato e chiaro, ma l’introspezione non appesantisce mai la lettura. La scelta dell’autore di luoghi più che conosciuti a livello personale rende il quadro molto più avvincente e facilmente immaginabile. E’ come esserci all’interno delle pagine, è come entrarci dentro. Insomma come detto la crescita dell’autore si vede e si tocca. Il libro è da leggere in attesa che Poldelmengo ci regali un seguito e altre storie.
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UMBERTO ROSSI 06 maggio 2016
Mi piace definire il nuovo romanzo di Luca Poldelmengo, un romanzo di riduzione; ridotti appaiono gli orizzonti di vita dei due protagonisti che, abbandonata qualsiasi prospettiva eroica o foss'anche di mera carriera, perseguono come unico obiettivo la cura e l'istruzione di due bimbi costretti a vivere la disgrazia di crescere senza la madre. Circoscritti gli scenari, limitati ad un luogo, Mandela, ricordata dai più come secondo nome od aggettivo di Vicovaro con la quale condivide l'uscita autostradale; ridotto, o meglio, controllato e contenuto lo stile dell'autore: al bando i lirismi ed i voli della fantasia; anche la lunghezza dei capitoli e del romanzo appare soppesata. Ho incontrato Poldelmengo e mi è parso molto preoccupato per la diversità del nuovo romanzo da quello precedente. Vorrei rassicurarlo merita complimenti immensi e successo non ridotto
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