Autobiografia di uno scrittore omosessuale cubano sotto la tirannia di Fidel Castro. Dall'infanzia dove viveva con la numerosa famiglia e la consapevolezza dell'attrazione per lo stesso sesso e le prime esperienze, molto controverso ma da contestualizzare tra la ricerca costante del piacere e la grande povertà delle campagne. Poca istruzione e tanta voglia di scoprire il mondo. Le persecuzioni, la prigione, il lavoro forzato, gli amici, i nemici, le pugnalate alle spalle e comunque la consapevolezza della sopravvivenza tra le persone e i sorvegliati. Testimonianza del terrore comunista, la falsa rivoluzione e il capitalismo occidentale. "Adesso mi trovavo in un mondo di plastica, privo di mistero e pieno di solitudine terribile, minacciosa".
Prima che sia notte
«Il racconto di uno scrittore straordinario che legge la propria vita con l’abbandono di un adolescente.» - Corriere della Sera
Scrittore e omosessuale: due colpe imperdonabili per il regime castrista, che perseguitò Reinaldo Arenas, lo incarcerò, lo colpì negli affetti e lo condannò a un umiliante programma di riabilitazione. Arenas riuscì a fuggire, ma l’esilio gli rivelò altri orrori: l’ambiguità presente nel mondo degli esuli cubani, così come l’ipocrisia della sinistra occidentale, viziata dal mito della rivoluzione cubana. Nella sua struggente autobiografia, uno dei massimi scrittori cubani delle ultime generazioni ripercorre tutta la sua esistenza, la lotta per la sopravvivenza, gli interrogatori, la fuga, la malattia. Congedandosi tuttavia, prima del suicidio, con parole in cui risuona uno slancio di speranza e libertà.
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Edizione:12
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Anno edizione:2016
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Sarandom 23 novembre 2024Grido, dunque sono
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Sp00ky 22 maggio 2023L' amore crudo e passionale come arma di rivalsa al regime.
“Ma dopo vent'anni di repressione, come avrei potuto stare zitto davanti a quei crimini? E inoltre non mi sono mai considerato né di sinistra né di destra, né voglio essere catalogato sotto qualunque etichetta di opportunismo politico. Io racconto la mia verità, come un ebreo che abbia sofferto il razzismo o un russo che sia stato in un gulag, come qualunque essere umano che abbia avuto gli occhi per vedere le cose come sono. “. Arenas, in questa sua crudissima autobiografia, ci racconta la sua esperienza di vita di scrittore e omosessuale cubano sotto il regime di Fidel Castro, regime religioso, brutale e machista, al quale Reinaldo si oppone strenuamente con le sue opere e con il suo modo di essere e vivere l'amore, la passione scottante e carnale, la quale diventa un passaggio importantissimo per la comprensione del testo. Arenas scrive questo libro di fretta, nei momenti in cui lo illumina la luce del sole e quando la dittatura gli da tregua. Racconta, in questa intermittenza tra il giorno e la notte, la vita nelle prigioni, la violenza, l’angoscia della fuga e il terrore della cattura; la verità di regime, che per anni è stata nascosta e taciuta. Un romanzo non facile da digerire, spesso anche troppo brutale, licenzioso e diretto, non indora la pillola, ma ci pone davanti la dura e amara realtà di regime, diversa da quella proposta dai mass-media dell'epoca.
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Mic85 18 ottobre 2021
Tocca tematiche delicate, straziante storia di un uomo nella Cuba degli anni 70
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