Reinaldo Arenas è stato uno scrittore e poeta cubano. Nasce in un villaggio in campagna e fin da giovane si arruola nelle truppe che appoggiano la rivoluzione comunista di Castro. Negli anni Sessanta inizia a prendere distanza dal regime comunista, maturando sempre più una repulsione verso i soprusi della polizia e le ondate repressive nei confronti di dissidenti e antisociali. Questa opposizione gli costa una feroce censura delle sue opere, molestie fisiche e morali da parte del regime, e periodi di internamento nelle UMAP (campi di lavoro per antisociali, omosessuali ecc.).
Nel 1973 viene incarcerato a causa della sua omosessualità apertamente dichiarata e, dopo numerose torture, tenta il suicidio senza riuscirci. Le sue opere riescono a uscire solo grazie all’aiuto di qualche falso turista.
Durante gli anni Settanta prova diverse volte a fuggire da Cuba, ma ci riesce solo nel 1980, quando Castro permette un esodo di massa di omosessuali e altre persone non gradite al regime. Poiché il suo lavoro era chiaramente in opposizione al regime, gli viene proibito di partire, ma riuscendo a cambiare il suo nome sul passaporto abbandona per sempre l’isola. Si stabilisce a New York dove nel 1987 gli viene diagnosticata l'AIDS. Durante quest'ultimo periodo scrive la sua autobiografia, Prima che sia notte, da cui nel 2000 viene tratto il film omonimo, con Javier Bardem (regia di Julian Schnabelcon).
Arenas si suicida nel 1990 con una overdose di droga e di alcol. Lascia un biglietto con scritto «Vi lascio in eredità tutte le mie paure, ma anche la speranza che presto Cuba sia libera».
Tra le sue opere uscite in Italia: Prima che sia notte (Guanda, 2000, 2007), la raccolta di racconti Adiós a mamá (de La Habana a Nueva York) (Edizioni Socrates, 2006), il romanzo breve Arturo, la stella più brillante (Cargo, 2007).