Il Primo Viaggiatore

Il Primo Viaggiatore Immagina di toccare qualcosa che non dovrebbe esistere. Immagina che, in quell’istante, il mondo intorno a te svanisca, non con un rumore, ma con un’assenza così profonda da cancellare persino il tuo nome. Luglio 1947. Un ragazzo entra nel bosco. Esce dal tempo. Da quel momento, la sua vita non gli appartiene più. Questo è un racconto di viaggi nel tempo, ma non come li conosciamo. Non ci porterà tra macchine fiammeggianti, né equazioni magiche, né eroi che salvano il futuro. C’è solo un uomo strappato al suo tempo, gettato in un’epoca che non capisce, costretto a guardare da lontano tutto ciò che ha amato: la sua famiglia, il suo paese, la ragazza che lo aspettava. Ma il tempo non è un nemico da sconfiggere. È un cerchio che si ripete. E qualcuno deve restare dentro quel cerchio per assicurarsi che non si spezzi. Attraverso decenni, bugie necessarie e verità troppo pericolose da pronunciare, Collegrande racconta una storia di amore, perdita e responsabilità, in cui la scienza incontra il mistero, e il passato non è mai veramente passato. Un linguista solitario, un militare ambiguo, una ragazza che porta il nome di un fantasma, e un cubo di metallo opaco con simboli che nessuno ha mai saputo leggere… finché non è arrivato lui. Scritto in uno stile sobrio e drammatico, con pochi dialoghi e un’atmosfera immersiva, questo racconto non cerca di stupire con effetti speciali, ma di scavare nell’anima di chi ha visto il tempo piegarsi — e ha scelto di non cambiarlo, pur potendo farlo. Perché a volte, la forma più alta di coraggio non è salvare chi ami, ma lasciarlo vivere nel tempo che gli appartiene.