4.5⭐️ Wow. Semplicemente wow. Inizialmente, lo ammetto, ho avuto paura di aver preso un libro che alla fine mi avrebbe potuto deludere poiché era praticamente un libro al buio per me: la mia migliore amica mi aveva proposto uno scambio cioè di leggere ed annotare un libro che lei avrebbe tanto voluto leggere per poi darglielo e viceversa. Continuo a sostenere che leggere un libro sapendo il minimo indispensabile, e soprattutto senza alcuna aspettativa, è la cosa migliore che qualcuno possa fare perché riesci a sorprenderti continuamente. Gli ultimi capitoli di "The prison healer" sono un continuo schiaffo in faccia e le mie etichette che indicano "sorpresa" che tempestano l'ultima metà del libro possono confermare. Il libro è scritto in terza persona ma si concentra solo sulla protagonista, Kiva, e così facendo scopriamo passo dopo passo le cose insieme a lei dando ancor di più un effetto sorpresa. Si ambienta in un mondo parallelo e fantastico, abbastanza distopico trattandosi di un mondo pieno di ribellioni e soprattutto ambientandosi in una prigione che fa venire i brividi. La lettura è super scorrevole e superate le prime quaranta pagine circa non vorrete più lasciare il libro, vi avviso. Io purtroppo ho dovuto farlo più volte per andare a lavoro, sfortunatamente, ma la voglia di tornare a casa e dedicarmj alla lettura era sempre più forte ogni volta che chiudevo sul più bello. Non ho dato cinque stelle piene perché nonostante io abbia adorato la storia (sicuramente leggerò la trilogia intera), non mi ha rubato l'anima come le altre ma va bene così perché non posso dare cinque stelle a qualsiasi cosa leggo. Tuttavia I personaggi mi sono rimasti davvero tanto a cuore. Dal primo momento in cui è sbucato fuori ho provato un affetto incondizionato verso Tipp che è cresciuto man mano che svoltavo pagina, facendomi sentire un po' di più nei panni di Kiva sotto questo aspetto; Naari è stata una sorpresa più che piacevole e adoro quella donna; di Jaren non mi sono perdutamente innamoratə ma è un personaggio intrigante, dolce, sarcastico e coraggioso che mi piace tantissimo; Mot l'ho sempre immaginato come questo uomo esilarante con un forte accento newyorchese; Kiva, invece, è stata costruita in modo quasi impeccabile e adoro qualsiasi parte sua. Per concludere, è un libro che consiglierei agli amanti di fantasy a cui piace un pizzico di distopia? Assolutamente sì. Lo consiglierei anche a chi vuole approcciarsi per la prima volta ad un genere differente dal suo solito ma che non vuole complicanze con nomi e ambientazioni strane. "The prison healer" è un fantasy assai semplice da questo punto di vista, quindi perché no. E se doveste mai leggerlo, amici, tenetevi forte per l'ultima pagina perché è una bomba.
