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Anno edizione: 2013
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Scrittura elementare, fredda e impersonale; personaggi stereotipati in tutto e per tutto. Questi sono fatti. Le mie opinioni personali, ahimè, sono altrettanto negative: l'immancabile riferimento all'Olocausto potrebbe sembrarmi una scelta forte e coraggiosa se fossimo negli anni '50, ma dopo miliardi di tonnellate di libri ad esso dedicati comincia a puzzarmi di minimo sindacale. Della mia Trieste non ho trovato nulla se non le indicazioni stradali, ma su quest'ultimo punto ho buone possibilità di sbagliarmi, dal momento che il libro è tra i pochissimi che non sono riuscito a terminare. Se un esordiente senza il curriculum e le conoscenze della Sig.ra proponesse un lavoro del genere, dal punto di vista professionale verrebbe letteralmente fatto a pezzi. Mi sono emozionato di più nel leggere il foglietto illustrativo di una crema idratante.
Nonostante sia l'opera prima di Roberta De Falco, ho letto questo giallo successivamente a 'Bei tempi per gente cattiva' che in realtà costituisce la ...seconda puntata di questa che si preannuncia come la saga dell'ispettore Benussi. La cosa che più mi è piaciuta, in entrambi i casi, è l'intreccio che la De Falco riesce a costruire, con molti personaggi che incrociano i loro destini ma senza far perdere il ritmo della narrazione (la lista dei nomi, riportata all'inizio del romanzo, in qualche caso aiuta). Anche i collegamenti con vicende storiche sono coinvolgenti (la deportazione ebraica in questo caso e l'eccidio di Srebrenica nell'altro libro) tuttavia mi auguro che questi rimandi al passato non diventino un'abitudine. Quello che invece mi lascia indifferente è lo stile linguistico, povero dal punto di vista lessicale e non particolarmente brillante nella forma espositiva. Personalmente non gradisco molto nemmeno i richiami al dialetto triestino, ma questa è una questione di gusti. C'è pure il colpo di scena finale che peraltro ...non fa saltare sulla sedia.
Buon esordio di Roberta De Falco, pseudonimo della sceneggiatrice Roberta Mazzoni. Nel frattempo la scrittrice è già arrivata al quarto romanzo della saga con protagonista il Commissario Benussi, ma il mio proverbiale ordine minuzioso e maniacale impone di partire dalla genesi, da dove tutto è partito. Indubbiamente "Nessuno è perfetto" è un buon giallo, con un intreccio articolato e complesso (Agatha Christie docet), impreziosito da una profonda introspezione sui personaggi, e dotato di un valore aggiunto di impagabile fascino: la location triestina. Le pagine scorrono veloci come un vento di Bora, qualche divagazione di troppo, francamente evitabile, non toglie comunque il piacere di una gradevole lettura. Il romanzo si inserisce nel filone del giallo classico all'italiana, sulla scia di de Giovanni e Camilleri, ma non cade nell'anonimato. Si avverte il preciso disegno editoriale di creare un progetto ad ampio target di vendite, ma la penna e il cuore della De Falco sembrano sentiti e sinceri. Promosso.
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