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Tutto quel che è la vita - James Salter - copertina
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Tutto quel che è la vita
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Tutto quel che è la vita - James Salter - copertina
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Descrizione


Nel 1944, alla vigilia di uno degli scontri navali decisivi per la risoluzione del secondo conflitto mondiale, Philip Bowman è un sottotenente della Marina militare americana di stanza nel Pacifico. È l'esordio avventuroso di una vicenda umana che si dipana per quarant'anni, in una sorprendente ricchezza di scenari, incontri ed esperienze. Dal Giappone a New York, dove Bowman diventa editor in una piccola casa editrice; alla Virginia delle grandi proprietà terriere e delle vecchie tradizioni; a Londra, cuore pulsante di una "geografia editoriale" fatta di contatti e affinità personali; alla Spagna, teatro di una esaltante passione amorosa. A scandire il racconto, una galleria di ritratti femminili cui corrispondono altrettanti modi di intendere e vivere l'amore in tutte le sue sfaccettature e le sue insidie. Perché questa è, più di ogni altra cosa, la cronaca di una lunga e intensa vicenda sentimentale nella quale si affacciano molte donne e molti amori. Sullo sfondo il tributo ai libri, non privo di ironia, ai loro autori dagli alterni talenti e fortune, alle consuetudini di un mondo editoriale d'altri tempi. Volti, indumenti, scorci di paesaggio rubati dal finestrino di un'auto, di un aereo o di un treno, incroci di sguardi, aspettative, tradimenti, fantasie: quel che conta nella vita, quel che resta o vorremmo restasse quando ci guardiamo indietro, e che solo la scrittura, forse, può salvare, fissandolo nel flusso impercettibile e implacabile dei giorni.
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Dettagli

2015
351 p., Brossura
All that is
9788823511545

Valutazioni e recensioni

Recensioni: 2/5

Da subito si sente che è americano, con pretese da New York, a tratti. È un libro pieno di storie e di ‘sottostorie’ molto brevi ed efficaci, alcune ricordano Carver, e poi anche Salinger, e sicuramente altri americani. L’ambiente è quello della borghesia americana con le sue aspettative, i suoi miti e le sue contraddizioni, con i suoi colpi di scena, le emozioni difficili da mettere d’accordo con una certa società con le sue regole. Poi ci sono ubriaconi da upperclass. Sembra che nella letteratura americana moderna e contemporanea ci siano sempre o ubriachi morti di fame o ubriachi ricchi, l’alcool come metafora di questa disperazione democratica… E’ centrale il mondo dell’editoria, attraverso la vita di una piccola casa editrice con il lavoro ordinario di ufficio e quello più alto della lettura e della critica. E’ l’editoria di un’epoca ormai lontana, ben prima di internet e della globalizzazione, alle prese con problemi però ancora attuali, come la scelta dei titoli da pubblicare, degli autori da sostenere, delle linea editoriale da seguire. Emerge una classe ‘editoriale’ un po’ chiusa ed elitaria, con le sue belle frequentazioni, gli incontri interessanti, le cene a casa di. Tra le figure secondarie, ma ce ne sono anche di più fugaci, c’è un timido libraio asserragliato nella sua libreria, conosciuto per il suo acume letterario, da cui traspare però più perizia che passione. Il protagonista rimane sempre all’interno del suo recinto da middle class, turbato qua e là da amori altalenanti. Donne sempre bellissime che non lo capiscono mai completamente, forse perché non sono alla sua altezza, anche se lui, senza risultare misogino, non lo pretende mai. Oppure semplicemente non se lo aspetta dalle donne che conoscono il suo letto. Bowman sembra destinato a rimanere incompreso, senza però soffrirne veramente. Insomma il dolore vero non si sente mai, sembra finto e finito anche quello dentro cliché borghesi. Ho trovato fuori luogo, forse un po’ troppo didascalico il passaggio su Garcia Lorca, come se avesse voluto mettercelo per forza. La Spagna è davvero troppo lontana. Mi è piaciuto l’incipit, forse uno dei punti più letterari, poi da lì si aprono appunto tanti sentieri più o meno completi, forse metafora della vita di quel titolo un po’ trito, e si chiude ‘tecnicamente’ riprendendo uno dei personaggi con cui ha aperto. E così sta tutto in piedi.

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bruno de francesco
Recensioni: 1/5

Ho appena finito di leggere il libro e devo dire, con molta sincerità, che non mi ha emozionato più di tanto. La vita del personaggio mi è sembrata solo quella di un uomo solo alla ricerca di veloci avventure sessuali e basta . Ho letto di meglio, sicuramente .

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Anna Loro
Recensioni: 1/5

Non mi è piaciuto per niente,non mi ha trasmesso niente...alquanto banale.

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Recensioni

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Recensioni: 2/5
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James Salter

1925, New York

Nato James Horowitz, si è diplomato all’Accademia Militare di West Point e per dodici anni ha prestato servizio come pilota nell’Aviazione militare americana, che ha lasciato dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, The Hunters (1956), pubblicato con lo pseudonimo che successivamente diverrà il suo nome legale. Da quel libro, basato sulla sua esperienza nella Guerra di Corea, sarebbe stato successivamente tratto un film diretto da Dick Powell. Nel 1957 Salter decise di congedarsi dall'esercito per dedicarsi completamente alla scrittura. Il suo romanzo più noto è forse Un gioco e un passatempo (A Sport and a Passtime), del 1967.Il corpus delle sue opere non è molto vasto: oltre ai due romanzi citati, conta altri tre romanzi, due raccolte di...

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