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Anno edizione: 2014
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bellissimo
Il primo racconto, anche se è quello che mi ha preso di meno (forse perchè troppo breve) dà un'immagine generale dell'orrore, del CRIMINE della guerra in tutta la sua enormità. Una guerra che purtroppo, nonostante gli ideali di pace, va fatta... Nel secondo la figura di Boris, questo contadino-soldato russo, mi ha commosso. Davvero brutto ritrovarsi soli in una terra sconosciuta, dove nessuno comprende la tua lingua, e in quelle circostanze per giunta! Quanti Boris non sono potuti tornare alla propria patria, dopo averla servita, e hanno deciso di suicidarsi? Il terzo è quello che mi è piaciuto di più. E' più approfondito e ricco di belle riflessioni da parte della moglie di Ferdinand, che si sente in obbligo, in dovere di combattere per la patria, servire non un ideale ma persone che ti vogliono in un certo modo... la diserzione è un argomento che mi sta a cuore e non posso pensare che molti soldati siano stati giustiziati dalla loro famosa patria per aver disertato... è un qualcosa di inconcepibile! Una persona deve avere il diritto, la LIBERTA' di scegliere e far capire agli altri che se non vuole combattere o vuole smettere di farlo non è perchè sia un codardo, un vigliacco e per questo essere ammazzato o preso in giro... ma ci sono tanti fattori da tenere in conto. Tra questi la paura e il terrore che ti attanagliano; o cercare di non diventare una bestia e restare pressocchè lucidi durante la guerra, impresa non certo facile... ma allora qual'è la via d'uscita? L'ultimo racconto, o meglio articolo, è davvero interessante. E nel contempo agghiacciante e sconcertante. In particolare esattamente l'ultima pagina mi ha fatto rimanere basita. Pensare che milioni di turisti vadano a visitare monumenti bellici, quasi noncuranti del perchè siano stati eretti, interessati sì alla storia ma soprattutto ad accaparrare souvenir del luogo e poi andarsene, divertirsi, girare per altri posti è davvero... sconvolgente. E d'altronde come ribadisce lo stesso Zweig è giusto che sia così... giusto che le innumerevoli vittime di guerra, dagli eroi ai coraggiosi ai codardi agli sconfitti ai disertori ai prigionieri, vengano ricordate in un modo o nell'altro. La raccolta in generale infatti secondo me mira proprio al RICORDO, alla consapevolezza di ciò che è successo, delle radici di sangue del nostro passato che non devono assolutamente essere dimenticate. E' proprio una testimonianza. Il tutto narrato con uno stile magistrale, delicato, attento, poetico, diretto. Ammetto che non sono un'amante dei racconti, perchè ci vuole una certa maestria nel narrare e nel trasmetterti qualcosa che resti impresso, ma Zweig merita davvero! Ormai non posso che definirlo un alchimista delle emozioni.
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