La vita accanto

Non a torto Premio Calvino questo libro è semplicemente meraviglioso, e dopo averlo letto viene voglia di andare a trovarlo, ancora, perché si sente la mancanza della vita della protagonista. All'inizio congela, o distanzia: la storia sembra comune, un po' scontata o troppo tragica e introspettiva, poi tutto evolve e ci prende Rebecca sotto l'ala, per proteggerla, per ascoltarla. Un libro delicato, che sa anche far sorridere o fremere per il mistero finale. Consigliatissimo

E’ comune a molti personaggi del libro la difficoltà nel gestire la propria, ostacolata dalle sofferenze e dai disagi che ognuno, alcuni in particolare, si trovano ad affrontare. Ogni personaggio ha il suo modo di superare le difficoltà, quelle difficoltà davanti alle quali si possono fare due scelte: lottare o arrendersi. La protagonista, Rebecca, deve convivere con la sua bruttezza e la reazione che genera a chi le sta intorno, e noi la seguiamo in un percorso di cui non svelo la fine per la tutela del futuro lettore. Ma questa storia non è una vicenda individuale, si potrebbe forse considerare il dramma di una famiglia dove volersi bene non significa necessariamente sapersi aiutare.

Questo libro è una carezza, materna o meno. Colpisce nel profondo dell’anima perchè in fondo ognuno può identificarsi in Rebecca dato che tutti ci siamo sentiti almeno una volta nella vita “un bambino brutto” o per lo meno abbiamo creduto di esserlo agli occhi degli altri. Credo che la scrittrice abbia creato la trama immaginandola come un'enorme metafora e infatti l'atmosfera che il lettore respira è ovattata, come se le azioni dei personaggi arrivassero da oltre un velo. Ci sono molta maestria e poesia in questa scrittura. Consigliatissimo.