Simone lavora alla EDEN, una multinazionale che, attraverso il progetto Anamnesis, vuole aiutare chi ha subito eventi traumatici basandosi su un principio apparentemente semplice: più si rivive quell’evento, maggiore sarà la possibilità di comprenderlo e di superarlo. Ma cosa succede a chi si sottopone a questo trattamento? C’è una spiegazione ad una serie di strani eventi che capitano a queste persone? Simone decide di indagare per capire qualcosa di più, andando a fondo, ma lo fa per loro, o perché coinvolto in prima persona? E quante realtà vive, il protagonista? Eh già, perché Simone inizia a soffrire di sonnambulismo, e a fare sogni estremamente vividi e realistici, durante i quali é in un altro luogo, ha un altro nome e un’altra vita. Un romanzo che apre un buon numero di domande, piste da seguire, personaggi, in una narrazione che nulla lascia al caso, e che risponde a tutti gli interrogativi alla fine, chiudendo la storia come un cerchio. Ah, e se siete particolarmente attenti, riuscite a scovare un true ending nascosto in qualche dettaglio qua e là. (Io sono stata meno attenta, e ci sono arrivata per metà) Project Digito Anima è difficile da racchiudere in un genere. È un thriller onirico, in cui si mescolano egregiamente suspence, un pizzico di fantasy, personaggi costruiti con estrema attenzione e più storie in cui assolutamente nulla è lasciato al caso. Un romanzo in cui si prova affetto ed empatia anche per il personaggio secondario che appare in pochi momenti, perché raccontato con la stessa attenzione dei principali. Una trama estremamente complessa, per certi versi anche insidiosa (da scrivere) che si lascia leggere con estrema facilità, un po’ come quando guardi gli acrobati migliori che eseguono numeri difficilissimi, facendoli risultare semplici all’occhio dello spettatore, mantenendo sempre alta la sua attenzione. Insomma: una trama accattivante, una costruzione magistrale e personaggi che lasciano il segno.
