Purity

Una definizione ha senso se contestualizzata. Per questo probabilmente Frenzen decide di descrivire non solo il suo personaggio ma quelli che le girano intorno con acume, perizia psicologica e realismo, usando per ognuno uno stile linguistico che sembra appartenere al carattere descritto. Alla mestria lessicale e alla precisione verbale non mancano il sarcasmo e l'empatia dello scrittore stesso verso i suoi personaggi. Un romanzo bellissimo, veritiero anche se romanzato appunto. Per chi inizia, come me, da questo ad approcciarsi a Frenzen, é inevitabile la curiositá di leggerne altri per confermare l'idea che forse la grande letteratura non é morta con David Foster Wallace.

I libri voluminosi mi fanno paura ma non perché ci sono troppe pagine da leggere ma perché ho paura che lo scrittore non sia in grado di tenermi incollato alla lettura fino all'ultima pagina. Più di una volta alla conclusione di una lettura ho pensato: "se fosse stato più corte sarebbe stato meglio". Leggendo Purity e concludendolo ho pensato esattamente il contrario e cioé che mi dispiaceva che fosse finito... Franze si conferma uno scrittore sublime che racconta storie che sanno entrare sotto la pelle. Considero questo libro il più bello che lui abbia scritto

Quando durante la lettura ho compreso il senso della frase con cui inizia Purity di Jonathan Franzen - di cui in passato avevo apprezzato i precedenti romanzi Correzioni e Libertà - ho avuto conferma della genialità dello scrittore nel comporre questo suo ultimo romanzo. Non mi dilungo a narrare le vicende che la protagonista Purity Tyler – o Pip così come è chiamata da tutti – affronterà per scoprire l’identità del padre e le esistenze che si incrociano nei diversi capitoli in cui è strutturato il romanzo per non rovinare la sorpresa di chi vorrà leggerlo in futuro. Ma di certo posso affermare come Purity confermi senza ombra di dubbio la grandezza di Franzen come scrittore americano contemporaneo.