Poesia in prosa: Malte compone i suoi quaderni (o ad esser più precisi, i suoi appunti) come si potrebbe comporre una poesia, una musica: accostando parole e infondendo ad esse sensazioni ed impressioni mutevoli che variano al variare dell'interiorità di Malte stesso. Malte non è Rilke, ma ci si avvicina: è un suo doppio che, dopo essersi distaccato dal suo creatore, prende una strada tutta diversa, tanto che Rilke stesso scriverà in una delle sue lettere spedite da Parigi: "A poco a poco Malte Laurids Brigge ha assunto una figura completamente staccata da me acquisendo un'esistenza e un carattere propri, e quanto più mi interessava, quanto più si distingueva da me". Malte è si un lavoro su se stessi ma anche sull'anima di ognuno, è un purgarsi dell'anima nello spazio microsensibile. Eppure da scarto, Malte riesce a costituire un'esistenza propria, a farsi vero, così che ogni sua parola, ogni suo appunto è concreto nella sua dimensione onirica e ci parla direttamente regalandoci passi di una profondità poetica e umana indescrivibili.
