Quando sarai nel vento
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candidato al Premio Strega 2018
Quando sarai nel vento è una sinfonia in quattro movimenti in cui ogni motivo – esposto, sviluppato e ripreso – è un carotaggio delle infinite vibrazioni che agitano noi e il mondo; raramente all’unisono ma sempre in attesa della chiave che le doti di un ordine, di una cadenza che le restituisca all’armonia.
«Quando sarai nel vento è un romanzo che cita un mucchio di canzoni e che pare scritto da un regista, tra Wong Kar-wai e Kaurismaki. Scavare negli abissi e portarvi luce è il metodo dichiarato di Di Fiore.» - Angelo Carotenuto, Robinson - la Repubblica
«È un’opera letteraria straordinaria, che attraversa luoghi del mondo e della mente come solo la grandissima scrittura sa fare.» - Marcello Fois
«La lettura procede lungo un itinerario narrativo senza grumi, durante il quale ho ammirato la naturale attitudine nella stesura dei dialoghi ma, più in generale, la dedizione dell’autore alla parola come strumento privilegiato - a volte disperato - di comprensione del sé, attribuzione di un senso possibile a una vita che va per conto suo ma della quale, se proviamo a raccontarla, possiamo tentare una ricostruzione e diventarne, almeno in parte, autori; a tratti, finanche protagonisti.» - Diego De Silva
Abele ha lasciato il Cilento per studiare i venti sulle montagne abruzzesi. Da una stazione meteo in cui le strumentazioni adeguate sembrano non arrivare più, si stende un paesaggio quasi lunare, devastato dal sisma e spopolato tanto di individui quanto di umane speranze. Abele allora occupa il tempo guardando le pendici cangianti del Gran Sasso, auscultando con uno stetoscopio elettronico il brusio sommerso della Terra e scattando fotografie alla sua «mano guasta». Quando scende da quell’eremitaggio accademico, si divide tra la stanza in affitto dagli Hensel – una coppia di vecchi ebrei che usano la crudeltà come moneta di scambio col mondo –, qualche rave in cui l’ecstasy allontana e scolla il rapporto tra percezioni e realtà, e le ore trascorse a fantasticare di un film sul vento con Marlena, la desolata Beatrice che diventa a poco a poco la regina di quell’universo in attesa. A spezzare quella stagnante bonaccia – interiore ed esteriore – il passato che torna e la necessità di un viaggio che porterà Abele alla ricerca del padre tra l’Argentina, New York e Parigi. Un viaggio intrapreso con Marlena, sotto i cui passi esiste «solo il silenzio della grazia», ma ugualmente composto di solitudine e inerzia: il vento è ormai scomparso e, senza la sua spinta, l’umanità terrigna che accompagna le scoperte di Abele, l’odore acre degli incendi che devastano il Sud del Pianeta, le lotte di ecologisti in tuta bianca e maschera antigas che si ispirano a Walt Whitman, rimangono sospesi, avvolti da sonorità limpide e luci inflessibili, come tante istantanee in lotta contro tutto ciò che passa, si dissolve, si dimentica.
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Anno edizione:2018
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