lo consiglio, Coe è Coe
William ha poco più di vent'anni e le frustrazioni di tanti giovani: odia il suo lavoro (commesso in un negozio di dischi), la città in cui vive (Londra), e la ragazza con cui sta è molto restia a concedersi. Candido e complicato come il giovane Holden, gran tiratardi nel capire le cose del mondo, ha solo un paio di amici e divide la casa con una tipa che non incontra mai e che comunica con lui attraverso bigliettini. Il suo unico conforto è fare musica ma, pur aspirando a diventare pianista di jazz, suona la tastiera in una rock band di sfigati che si ostina a storpiare le sue composizioni. In realtà il suo vero talento sembra essere un altro: perdere gli autobus, essere ignorato dai camerieri, dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Una sera, infatti, assiste involontariamente a un delitto commesso - a lui pare - da due nani. La caccia agli assassini lo porterà a una sorprendente scoperta, ma gli consentirà anche di ripensare alle proprie scelte di vita e di aprire finalmente gli occhi!
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Anno edizione:2009
Questa notte mi ha aperto gli occhi
Volevo consigliarvi questo libro edito da Feltrinelli, di Jonathan Coe "Questa notte mi ha aperto gli occhi". A me è piaciuto molto perché la trama è avvincente e si trasforma, da romanzo diventa un giallo e parla di molti temi a me cari: sogni inespressi, desideri, voglia di rivalsa e tante altre cose che potrebbero proiettarti in una vita più intensa. Il protagonista si chiama William ed è un ventenne che conduce una vita un po' mediocre nella Londra moderna, canta in un gruppo di cui sa che non sarà mai famoso e lavora in un negozio di dischi. Aspira a migliorare la propria vita ma è un po' imprigionato nelle sue debolezze. Mi piace molto perché è anche ricco di musica, questo libro infatti prende il titolo dal nome di una canzone degli Smith, una grande band inglese degli anni '80, ogni capitolo infatti si apre con una citazione di una canzone appunto degli Smith. Lo consiglio perché mi è piaciuto molto e secondo me il lettore rimarrà sorpreso anche dal finale che non svelerò.

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Victoria 09 marzo 2022carino
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Jonathan Coe usa per questo romanzo la prima persona singolare, regalandoci così un protagonista , il giovane William di “appena fuori Birmingham”, che si rivolge direttamente a noi lettori e racconta cosa gli accade “ in un tardo pomeriggio di una domenica londinese” Indeciso, dal carattere carente d’autorità o almeno così lui crede, William si trasferisce a Londra che ben presto odia tanto quanto la musica di Andrew Lloyd Webber (compositore inglese vivente) per vivere la sua grande passione : la musica. “Nessuno, assolutamente nessuno in grado di scegliere avrebbe deciso di passare la domenica mattina in un quartiere di case popolari nel South East” , invece William è lì che divide un appartamentino con Tina - un impiegata notturna in un reparto informatico - di cui conosce meglio la calligrafia che i lineamenti a giudicare dalla quantità di biglietti che lei lascia a lui. Innamorato della cattolica e elegante Madeline che frequenta con più turbamenti mentali che con vera intimità (“litigare con Madeline era meglio che scopare con qualsiasi altra donna al mondo”) , coltiva amicizie e frequentazioni solo musicali. .Il titolo italiano del romanzo “Quella notte mi ha aperto gli occhi “ ( esplicito riferimento alla figura di(Steven Patrick Morrissey di cui conoscerete – o ritroverete - in apertura di tutti i capitoli le parole tratte da sue canzoni ) non ha nulla a che vedere con il titolo inglese del romanzo, “The dwarves of death “., dove i due dwarves( nani) sono il bandolo della matassa di quella tragica sera che vede William – tastierista insoddisfatto degli Alaska Factory – coinvolto nell ’omicidio di un componente “fatto e strafatto “ degli " Unfortunates", band di cui voleva far parte. Divenuto uno scomodo testimone inizia la sua fuga e, con salti temporali che impegnano il lettore , ci descrive le figure di Madeline, Tina e Karla. Non mancano pagine critiche sulla società inglese di quegli anni – il romanzo esce per la prima volta nel 1990 - , Coe descrive bene , con ironia, quella che è la vita di tutti i giorni fatta di disoccupazione, prepotenze , pub in cui si alterna la birra al fumo (non necessariamente “di londra” ) e altre sostanze,e quando punta il dito su certi fatti non ci lascia certo indifferenti ("Mi passò velocemente davanti, nessuno dei due disse buonanotte. Aveva la faccia piena di lividi e dei segni rossi sul collo", qui William ci descrive Tina) Coe - classe 1961 di Birmingham, laureato a Cambridge e autore di altri libri di successo - in questo romanzo ci offre la possibilità di una lettura diversa dal solito (troverete anche Puccini, Prokof'ev, La ragazza di Ipanema,) , certamente più godibile per gli appassionati del genere musicale di cui è imbevuto tutto il libro.
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Chiara Parpaiola 28 dicembre 2010
Musicalmente interessante. Narrativamente poco consistente.
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